LA VISIONE DEL FUTURO E IL NOBEL
Narratore.
Con la prima Convenzione di Ginevra del 1864, si arrivò alla nascita di un accordo completamente nuovo nella storia del mondo; esso inserì nel diritto delle genti l’esercizio pratico della vera carità, che non ha ormai né limiti né frontiere, anche in mezzo ai più violenti furori omicidi delle nazioni in guerra.
Quest’opera, con l’aiuto della diplomazia, è arrivata a mettere un freno alla brutalità della guerra, o almeno a limitarla ormai universalmente con il diritto scritto; cosa che non si era mai realizzata e che neppure esisteva nelle tradizioni.
Questo primo esempio di Convenzione diplomatica conclusa tra numerosi Stati per il bene dell’intera umanità, ebbe da subito grande riscontro e approvazione generale, favorendo il miglioramento delle relazioni internazionali su tutto il globo terrestre.
Ma l’opera di soccorso internazionale volontario e universale non voleva limitare il suo raggio di azione ai soli contesti di conflitto.
Henry Dunant.
L’idea chiave del “Souvenir da Solferino” era quella di poter creare a livello nazionale e internazionale una Società organizzata, capace di arrivare prontamente in soccorso di coloro che soffrono, chiunque essi siano. Proprio per questo motivo, la Croce Rossa ha considerato sin da subito le vittime di tutte le calamità, naturali e non, degne di interessamento non meno dei feriti di guerra.
Del resto la base dei sentimenti e dell’azione di questa opera, è la dedizione, di cui l’emblema ne è la perfetta rappresentazione. Il bianco è il simbolo dell’unione, la croce rappresenta il sacrificio e il colore rosso è il sacrificio portato all’estremo, senza misura, fino al sangue.
Narratore.
Questa concezione di predisposizione e aiuto verso il prossimo travalicò ben presto i confini europei.
Nel mese i maggio del 1877, venne creata la Croce Rossa giapponese e con il decreto del 15 novembre 1886, aderì alla Convenzione di Ginevra. Le sezioni e i comitati dei dipartimenti della Società dell’Impero del Giappone si diffusero in maniera numerosa in ogni regione e la Società ebbe molte occasioni per impiegare la sua attività di aiuto non solo alle vittime di conflitti, ma anche di calamità pubbliche.
Nonostante il consenso globale ottenuto e la notevole considerazione a esso conseguita, Dunant si ritrovò inaspettatamente a vivere gli ultimi giorni della sua vita in miseria, dimenticato da tutti ed escluso dalla realizzazione del suo sogno, che comunque continuò anche senza di lui.
Henry Dunant.
Non c’è progresso dell’umanità, non esiste opera di carità universale, il cui trionfo non sia compiuto con le sofferenze, con le tribolazioni di qualcuno.
Io pioniere audace e perseverante, ben presto dimenticato e incompreso, lacerato nell’anima e nel cuore.
Questo il mio destino.
Mi ero interessato, per mia sfortuna, a degli affari che avrebbero dovuto approdare a grandi vantaggi. Ingenuo e fiducioso fui ingannato, derubato, abbindolato tutta la vita. Nel 1867, a 40 anni nemmeno compiuti, ormai avevo perso tutto. Come se questo non bastasse, fui accusato a mia volta di ingannare, derubare, abbindolare.
Narratore.
Dopo la catastrofe economica, anche le persone più vicine a Dunant (il generale Dufour, l’avvocato Moynier, il dottor Maunoir, l’amico Louis Appia) coloro con i quali fondò la Croce Rossa Internazionale, presero le distanze.
In particolare, Moynier, avvocato, uomo capace e di grandi principi morali, governò la Croce Rossa nei sui primi 10 anni di vita, ma non ebbe alcuna remora nei confronti del fondatore, arrivando persino a dire:
Moynier.
Con il comitato tutto, crediamo che per il futuro della neo-nata Croce Rossa non sia di buono auspicio che vi sia associata la vostra immagine, viste le difficoltà economiche e le problematiche varie che state affrontando. Tiratevi indietro, signor Dunant, fatelo per la causa.
Henry Dunant.
Carissimi colleghi, certo le mie finanze non mi permettono più una vita dignitosa, e per questo capisco il vostro scetticismo nei miei confronti. Le mie idee saranno forse troppo audaci, ma la maggior parte dei grandi miglioramenti che hanno segnato effettivi progressi della civiltà, non hanno mai avuto inizi così promettenti. La Croce Rossa continuerà il suo viaggio nella storia, anche senza di me.
Narratore.
Nel volume “I primi dieci anni della Croce Rossa”, scritto da Moynier, Dunant non verrà citato nemmeno una volta.
Afflitto e amareggiato, il fondatore di quella che sarà la più grande associazione umanitaria della storia si trasferì a Parigi, dove fu costretto a vivere da mendicante.
Henry Dunant.
Non possedevo più nulla.
La cosa più crudele è di vedere i propri indumenti rovinarsi senza poterli rinnovare. Una volta ho passato due notti sotto le stelle; non avevo il coraggio di tornare al mio alloggio perché non potevo saldare l’affitto.
È impossibile farsi un’idea di quanto sia misera e penosa la posizione di una persona civile che, vissuta nell’agiatezza, diviene improvvisamente povera. Per mantenere le apparenze, nella speranza di risollevarsi, cerca di conservare il decoro e l’abbigliamento delle persone benestanti. La miseria in abito nero è orribile.
Narratore.
Nonostante la situazione sfavorevole per Dunant, il suo spirito combattivo gli permise di riavvicinarsi ai potenti europei dell’epoca. Riprese a frequentare le corti francesi, asburgiche, prussiane, e anche italiane. Tenne conferenze in Inghilterra e in altre città europee, ma la sua rinascita durerà poco: nel 1877 Dunant è un uomo invecchiato e inasprito, e si ritira in una residenza per anziani nella natìa Svizzera, presso Heiden, nel Cantone di Appenzell.
Henry Dunant.
Non potevo più sopportare l’orribile stato di continua angoscia non sapendo come avrei potuto pagare la modesta pensione per la mia povera vita.
D’altra parte, ho sempre pensato che l’intera Europa aveva contratto nei miei riguardi un debito popolare universale, per la Convenzione e per l’Opera della Croce Rossa. Si è cominciato un po’ tardivamente a comprenderlo.
Narratore.
Solo 31 anni dopo, nel febbraio 1897, il governo centrale russo, su richiesta dell’imperatrice di Russia, concesse una rendita di 4.000 franchi a Henry Dunant per i “suoi grandi servizi resi all’opera umanitaria della Croce Rossa”.
Altri aiuti economici gli arrivarono dalle Croci Rosse svizzere e da altre Croci Rosse straniere; un’altra somma cospicua gli fu donata a seguito dell’assegnazione nel dicembre 1897, del premio Binet del Consiglio Federale Svizzero.
Contestualmente a questa opera di sostegno a Dunant, la sua figura ricominciò ad acquisire prestigio. Infatti nel 1901, egli viene nominato e insignito ad Oslo del prestigioso premio Nobel per la pace; con il denaro ricavato da questo premio, estinguerà gran parte dei suoi debiti e ne donerà una massiccia parte a opere di carità e di aiuto per la popolazione.
Pochi anni dopo, nel 1910, Dunant morì e fu sepolto nel cimitero di Zurigo, dove gli si può rendere omaggio.
Narratore
Oggi la Croce Rossa non è soltanto un’ Organizzazione internazionale. Il suo raggio d’azione non si limita alle alte sfere diplomatiche, ad atti e accordi di tipo governativo, ma la sua diffusione è stata capillare ed è riuscita ad inserirsi e a trovare una ragione d’essere in tutte le realtà, anche quelle più piccole.
(questa parte riguarda il territorio di Lavis)
Soffermandoci al nostro territorio, un documento storico testimonia che a Lavis, durante la I guerra mondiale, fu allestito presso Palazzo de Maffei un ospedale gestito dalla Croce Rossa, destinato alla cura e all’attenzione dei feriti della popolazione lavisana e degli eserciti di passaggio.
Come allora, anche oggi siamo presenti nel territorio, attenti e sensibili alle dinamiche e alle esigenze della popolazione e come allora, disponibili e pronti a rispondere ad esse.
Forse saremo cambiati a livello organizzativo, ma non a livello morale ed umano.
In fondo, siamo sempre la Croce Rossa di Dunant.