Atto III

LA CONVENZIONE DI GINEVRA E LA FONDAZIONE DELLA CROCE ROSSA
 
Henry Dunant.
Ho descritto le sofferenze di cui sono stato testimone, ma io non sono né un saggio né un medico, sono un semplice privato cittadino.
La vista degli orrori di questo grande campo di battaglia di Solferino, sul quale io rimasi ben cinque giorni, fino al 30 giugno 1859, mi ispirò l’ardente desiderio di vedere in futuro le vittime della guerra essere riconosciute come sacre, senza distinzione di grado né di nazionalità. E come?
Questo spettacolo dei feriti mi ispirò l’idea, dapprima vaga, ma possibile ed urgente, dell’inviolabilità permanente dei feriti e di coloro che portano loro soccorso.
Questo pensiero prese sempre più forma nella mia mente. Per questo ho visitato vari paesi d’Europa e ho fatto circolare numerose pubblicazioni per la causa dell’umanità sofferente che ho perorato dovunque.
 
Narratore.
Questo era il segreto della sua forza. Il pensatore si fece apostolo itinerante, il letterato si sforzò di diventare diplomatico. Sono rari gli uomini le cui concezioni hanno un carattere d’universalità e la cui sensibilità unita all’energia, alla perseveranza, all’intelligenza, esprima in realtà, il fuoco sacro e la vivacità del mondo morale. Questi potrebbero essere scambiati per degli imbecilli, dal punto di vista dei loro interessi personali, ma non meno luminosi della luce che rischiara il globo su cui viviamo.
 
Henry Dunant.
Nei miei viaggi lungo l’Europa ebbi l’onore di ricevere udienza da Re Giovanni di Sassonia il 2 ottobre. Con grande bontà si informò dello scopo che mi aveva portato da lui.
 
Re Giovanni di Sassonia.
Che posso fare per voi?
 
Henry Dunant.
Sire, sarei profondamente riconoscente se Vostra Maestà si degnasse di accettare il patrocinio di quest’opera nei suoi Stati e se Ella volesse inviare una delegazione alla Conferenza che avrà inizio a Ginevra il 26 di questo mese.
Per un’opera tanto umanitaria, Vostra Maestà può stare ben sicura che le sue Camere ratificheranno quello che a sua Maestà piacerà di comandare.
 
Narratore.
Il re, dopo qualche domanda relativa al progetto della neutralità, pose termine all’udienza con queste parole notevoli e preziose.
 
Re Giovanni di Sassonia.
Farò quello che potrò, perché certamente una nazione che non si unirà in quest’ opera umanitaria si porrà al bando dell’opinione pubblica in Europa.
 
Henry Dunant.
Passai il resto della giornata e la notte a scrivere lettere per quasi tutte le capitali d’Europa. Allorchè i miei corrispondenti seppero delle parole del Re s’interessarono di informare gli altri sovrani, o i loro ministri, e la mia causa andò avanti.
Nessuno voleva essere “al bando della civiltà”.
 
Narratore.
Quante cose si erano succedute dal 1859; giornate intense successive alla Battaglia di Solferino. Ma l’idea, il sogno di Dunant stava prendendo forma. Nonostante alcuni momenti di difficoltà dovuti più a incomprensioni che ad effettive ostilità, si arrivò alla convocazione della Prima Conferenza internazionale di Ginevra nell’autunno del 1863.
All’apertura dei lavori prese la parola il generale Dufour dell’esercito svizzero, uno degli uomini più stimati del suo tempo.
 
Dufour.
Non si comprende mai abbastanza la situazione di un uomo che serve il suo paese come semplice soldato. Spesso, arriva sul campo di battaglia dopo aver sopportato a lungo privazioni di ogni genere. Qui, dopo aver combattuto per la bandiera con coraggio e devozione, per ricompensa, si ritrova in preda a sofferenze che arrivano fino alla tortura. Gli manca il minimo sollievo e spesso si aggiunge l’angoscia dolorosa dell’abbandono.
Malgrado gli sforzi umanitari questa situazione minaccia di durare ancora a lungo.
Ci saranno ancora guerre su questa terra.
Bisogna dunque, piuttosto che perseguire la chimera della loro soppressione, per essere veramente utili all’umanità, cercare di rendere le conseguenze meno terribili, venendo in aiuto nel modo più efficace possibile, a coloro che hanno il compito di portare sollievo a questi miseri.
Ecco il problema da risolvere!
 
Narratore.
Nulla caratterizza meglio lo spirito pratico del generale Dufour che questo discorso, dove, con una sicurezza di giudizio veramente notevole, si trova riassunta, in breve, l’importante questione che si andava ad esaminare.
 
Henry Dunant.
In ogni paese che aderisce a queste risoluzioni, si formi un comitato con lo scopo di concorrere, in tempo di guerra, con le modalità in suo potere, al servizio della salute dell’esercito.
 
Dufour.
In tempo di pace i comitati e le sezioni si occupino delle modalità di rendersi veramente utili in tempo di guerra, specialmente preparando soccorsi materiali di ogni genere e cercando di istruire dei Samaritani volontari.
 
Dunant.
In caso di guerra, organizzino e sostengano dei Samaritani volontari; questi ultimi si pongano sotto la direzione di capi militari. In tutti i paesi portino, come distintivo uniforme, un bracciale bianco con una croce rossa.
 
Narratore.
Questo è il riassunto della Carta Internazionale dell’Opera della Croce Rossa. Per rendere omaggio alla Svizzera in cui l’Opera era nata, la Conferenza decise spontaneamente e all’unanimità che la bandiera sarebbe stata “bianca con la croce colorata di rosso”, cioè la bandiera della Svizzera con i colori invertiti.
 
Henry Dunant.
Questi erano i nobili intenti e le promesse. Ora era necessario passare ai fatti. Definire, scrivere, ratificare.
Si arrivò così nel 1864 a stipulare una Convenzione (la prima di quattro) per il miglioramento della sorte dei feriti e malati delle forze armate di campagna, sempre a Ginevra.
 
Narratore.
Undici articoli per regolamentare e cercare di rendere più umane le azioni in guerra.
Venne riconosciuto al personale sanitario, agli ospedali e alle ambulanze il principio della neutralità con la certezza che finito il servizio nessuno sarebbe stato in alcun modo ricercato o infastidito.
Gli abitanti dei paesi che fossero impiegati nel trasporto o nel soccorso dei feriti sui campi di battaglia sarebbero stati ugualmente rispettati e liberi.
 
Dunant
“I militari gravemente feriti, di qualunque nazionalità, devono essere curati e non fatti prigionieri. Se vogliono possono rientrare tra la loro gente, con un salvacondotto, alla condizione di non riprendere le armi per la restante durata della campagna.”
 
Narratore
Un bracciale di riconoscimento uniforme sarebbe stato ammesso per gli ufficiali e gli impiegati sanitari. Una bandiera identica sarebbe stata ugualmente adottata in tutti paesi come già deciso nella Conferenza del 1863.
 
Henry Dunant.
“Il mio sogno ora é del mondo, la mia Croce Rossa è realtà di tutti.”