LE DONNE PER HENRY DUNANT
Narratore.
Una grande opera umanitaria e universale non nasce per caso.
Dunant aveva una visione romantica delle donne. Egli infatti sosteneva che la delicatezza e la superiorità della loro natura le porta a proteggere tutto ciò che è buono e umano, a favorire l’espansione delle opere aventi come oggetto la pacificazione delle nazioni.
Nella storia, ci sono numerosi esempi di madri che hanno avuto una grande influenza sui figli che operano per il bene dell’umanità: ciò avvenne anche per Dunant, il quale considerava la madre la prima ispiratrice della sua opera di soccorso volontario internazionale e universale.
All’età di quattro anni, sua madre gli lesse la favola del lupo e dell’agnello. Quando arrivò al punto in cui il lupo accusa l’agnello di inquinare l’acqua del ruscello in cui si disseta e per punirlo del preteso crimine si getta su di lui divorando l’animale innocente, il bimbo ebbe un’esplosione di singhiozzi e gridò con energia “Non voglio che lo mangi!”. La madre penò a lungo per consolarlo.
Questa pietà generosa ha valso al mondo l’opera di Croce Rossa.
Allo stesso modo, sin da bambino, egli dimostrò bontà per i poveri prendendo esempio dai suoi genitori che generosamente permettevano alle giovani orfane della città di Ginevra di usufruire dei frutti dei loro campi.
Henry Dunant.
Dopo mia madre, signora di grande merito e di buon cuore, altre due donne celebri accesero e coinvolsero il mio spirito entusiasta.
La prima era l’americana Madame Beecher-Stowe, autrice della Capanna dello zio Tom, la cui risonanza fu tale che si deve, in parte, a lei l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti.
Andai a trovarla nel 1853 e rimasi particolarmente colpito dalla sua modestia e dalla sua semplicità, nonostante il notevole successo riscontrato a seguito della pubblicazione del suo libro.
Madame, le chiesi, cosa vi ha spinto a scrivere quest’opera di denuncia morale e sociale?
Madame Beecher-Stowe.
Signor Dunant, l’educazione ricevuta dalla mia famiglia, le idee e i sentimenti condivisi con i miei amici e gli spettacoli odiosi della schiavitù che si sono svolti sotto i miei occhi mi hanno predisposta ad esprimere la mia assoluta condanna contro la schiavitù.
Henry Dunant.
Infine, fu sopratutto l’opera caritatevole di Madame Florence Nightingale, eroina della guerra di Crimea, che mi spinse ad andare in Lombardia e ad avventurarmi nel teatro del combattimento. Ella approvò senza riserve i miei intenti.
Narratore.
Nello stesso periodo in cui Madame Florence Nightingale diede la sua adesione al progetto di Dunant, la Granduchessa Paulowna di Russia, fece conoscere all’autore il suo particolare interesse nei confronti del libro. Poco tempo dopo lo accolse a Ouchy, dove ella soggiornava, e gli promise di rendere partecipe lo zar Alessandro II sull’importanza della carità e della proposta umanitaria tra le nazioni.
Le due nobili donne, furono le prime a incoraggiare l’uomo ad andare avanti. Avevano ambedue compreso che la sua intenzione non era soltanto un corpo di infermieri volontari, ma aveva una portata di ben altra grandezza.
La Gran Duchessa Olga di Russia, poi regina di Wurtemberg, invitò a corte ben due volte Dunant e, dietro richiesta, accordò immediatamente la sua protezione a un Comitato di dame e di signori di Stuttgart.
Questa principessa ebbe il grande merito di patrocinare, per prima tra le sovrane, le idee ancora non realizzate del “Souvenir di Solferino” e di accordare dal 1862 la sua benevolenza e la sua preziosa protezione.
Sua altezza reale la principessa Alice (di Gran Bretagna), scrisse a Dunant per esprimergli gli auguri per la buona riuscita dell’opera.
Proprio per il consenso riscontrato presso le Sovrane e le donne nobili, Dunant le definì le protettrici di tutte le opere internazionali umanitarie e di beneficenza.
Henry Dunant.
Nel mese di maggio del 1865 mi trovavo ad Algeri; fui invitato dalla signora marescialla di Mac Mahon, duchessa di Magenta, a un grande ricevimento, in onore dell’Imperatore Napoleone III, dato dal governatore generale dell’Algeria, il duca di Magenta, che era venuto a visitare la capitale africana.
Durante i festeggiamenti, la signora Mac Mahon mi prese in disparte.
Madame Mac Mahon.
Sono una vostra allieva, signor Dunant. Sono estremamente dedita al soccorso dei feriti degli eserciti e desidero esprimervi la cordiale simpatia del maresciallo, mio marito, per tutto ciò che riguarda un’ istituzione internazionale così grandiosa e nello stesso tempo così profondamente umana!
Henry Dunant.
Le vostre parole mi sono di grande incoraggiamento per continuare la mia opera di costituzione di un soccorso internazionale volontario.
Narratore.
Ritenendo fondamentali i doveri sociali della donna, le affiderà la salvaguardia della società e definirà l’azione di quest’ultima, “potente nell’impedire il male sociale e nel portare il regno del bene, imponendo la pace internazionale”.
Proprio per il ruolo cruciale che affidava alle donne, Dunant voleva che fossero tutelate da un’opera di sostegno sia nazionale sia internazionale. Egli infatti auspicò la creazione, nelle grandi città europee e nelle colonie, di comitati di beneficenza permanenti, nell’ambito dei quali aprire degli uffici di patronato femminile, diretti gratuitamente dalle “Dame della Croce Verde”.
Questi organismi avrebbero avuto il compito di patrocinare, sostenere, incoraggiare e consigliare le donne, sia madri di famiglia senza sostegno, che giovani sole, spesso provenienti dalle province o da nazioni straniere.
Nelle sue memorie Dunant tesserà un manifesto dell’importanza del gentil sesso.
Henry Dunant.
L’affiliazione attiva e passiva delle donne di tutte le classi, in tutti i paesi, a un Comitato della Croce Rossa, diviene sempre più urgente.
Infatti, il bene che le donne possono compiere dal punto di vista sociale, con il loro cuore, la loro delicatezza, la loro intelligenza, unite sotto la bandiera di un programma ben definito, guidate da principi nobili e da intenti pratici di carità generale e permanente, sarà molto più considerevole di quanto si possa supporre.
L’ascendente morale incontestabile che le donne esercitano sulla società può contribuire a intrattenere la buona armonia tra le nazioni, le classi, gli individui. L’opera di dedizione femminile è certamente una grandiosa benedizione. La donna ha la delicatezza del comportamento che proviene dalla sensibilità del cuore. Possiede una gentilezza dei sentimenti che esige di mettersi al servizio degli umili, dei poveri che mantengono la loro dignità, dei piccoli e di tutti gli infelici.
La donna, dunque, deve costituire il fulcro della storia del genere umano.