Tutti al campo per comunicare

Marco di Rovereto, uno dei più grandi campi di Protezione civile sul suolo italiano. Non è dunque strano incontrare persone dalle più diverse realtà impegnati in attività di emergenza: dai vigili del fuoco, ai nostri volontari impegnati nel supporto psicologico o in svariate esercitazioni di soccorso nel caso di calamità. Ci si aspetterebbe dunque di trovare operatori carichi di attrezzatura tecnica.
E invece no.
Unici strumenti a disposizione: carta, penna e computer. Un solo obiettivo: imparare a comunicare.
Sono queste le premesse dei volontari che si sono messi in gioco nel campo di Protezione civile.
Ma da dove nasce questa necessità di comunicare? Nel mondo odierno, sempre più interconnesso, comunicare non è più una possibilità, ma ormai una prassi. Comunicare, lo abbiamo imparato chiaramente in questo campo, non è certo semplice; così, a questa sovrapproduzione di informazioni, si accompagna inevitabilmente una scarsa qualità delle stesse.
Per questo motivo, acquisita coscienza del ruolo della comunicazione per la Cri, i suoi volontari hanno deciso di farsi parte attiva, ma di farlo bene. In fondo, possiamo dirlo, la parola è arte, un mezzo espressivo troppo spesso offeso e bistrattato. Siamo qui anche per questo. (gb)