Due anni di “Ti scrivo” l’informazione targata Lavis
(pubblicato sul numero 24 di “Ti scrivo”)
Comunicazione, questa sconosciuta. Almeno fino a due anni fa, quando, nel novembre del 2016, per una serie di fortuite coincidenze, si decide di tastare il polso ai volontari per far emergere qualche professionalità. Alla riunione organizzata su due piedi, per la verità con scarse speranze di poter guardare in faccia qualcuno interessato all’ars comunicandi, sorpresa, si presentano in venti, molti in possesso di specifiche competenze, tutti con voglia di fare e di imparare
Tutto parte da lì. L’esordio deve essere “importante”, non sulle pagine dei social, preziose ma banali, chi non le ha? Un giornale, questo ci vuole, gestito con competenza professionale, con pubblicazione online a cadenza mensile. Il nome della testata, il primo grosso scoglio, deve ricordare la Croce rossa, o magari contenere Cri nel testo. “Scriviamoci”? No, troppo debole, è una esortazione, serve qualcosa di più… imperativo. “Ti scrivo”, sì, ti scrivo e in qualche modo ti obbligo a leggermi, ecco il nome che mette tutti d’accordo. Il percorso a questo punto è in discesa, la fantasia non manca, gli argomenti nemmeno, la voglia di fare è tanta e a dicembre viene licenziato il “numero zero”, una edizione di prova ma già apprezzabile dal punto di vista dei contenuti e dell’impostazione grafica. Il resto è storia, fino ai giorni nostri, con i numeri puntualmente online mese dopo mese, con un continuo restyling della veste tipografica e una periodica attività formativa dei collaboratori.
Parallelamente nasce il sito crilavis.it, una parte statica sulla Croce rossa, sul Gruppo e sulle sue attività, un blog costantemente alimentato da notizie fresche e da articoli ripresi dall’ultimo numero di “Ti scrivo”. Il passaggio dal mensile ai social è facile, al giorno d’oggi le capacità di destreggiarsi con i nuovi media sono molto diffuse, soprattutto tra i giovani. Con Facebook, Twitter, Instagram, unitamente al giornale e al sito internet, viene creato un sistema di divulgazione ridondante capace di raggiungere tutte le fasce generazionali.
In venti hanno dato il via a questo progetto e ancora venti sono i volontari che ruotano oggi attorno al nucleo redazionale. Qualcuno ha passato la mano, altri sono arrivati portando ulteriori idee e competenze. Quello che ci vuole per lanciarsi nel mondo della videoproduzione. Si parte con filmati didattici, le “Pillole di cri”, sull’utilizzo dei presidi sanitari. Si prosegue con una serie di brevi spot per pubblicizzare alcune iniziative, nostre ma anche di qualche Comitato esterno: il nuovo corso d’accesso col tormentone “Ma la Croce rossa non era solo ambulanza?”, la passeggiata per le famiglie sul Lungo Avisio “Quattro passi in Croce… rossa”. E per il futuro? Tante idee, stay tuned! (gip)