Nomi, cose, città il gioco non conosce età!
(pubblicato sul numero 24 di “Ti scrivo”)
Ogni buon programma prevede una puntata zero dove viene verificato gradimento e futuro del progetto. E la ripresa dell’attività alla casa di riposo di Lavis non fa eccezione, come scopriremo nelle prossime righe
È passato circa un anno dall’ultimo servizio del nostro gruppo, presso la casa di riposo di Lavis. Da allora, a causa di varie vicissitudini, l’impegno con la struttura è rimasto in lista d’attesa. In alcune occasioni si è potuto collaborare, in veste di aiutanti, ad alcune loro attività, troppo poco, però, per chi ha come scopo quello di supportare i vulnerabili, soprattutto se presenti sul nostro territorio. La consapevolezza di potere e dovere fare di più ha spinto alcuni volontari del gruppo, riunitosi sotto il nome di Team creatività, a progettare una serie di attività bimensili da portare in casa di riposo con lo scopo di coinvolgere e divertire i residenti.
È il 24 novembre, un bel pomeriggio fresco ma non troppo, giorno perfetto per iniziare la nuova avventura: con entusiasmo, ma anche con una certa emozione, la comitiva varca il cancello della casa, accolta calorosamente dall’animatrice Maria Elena, e dopo un breve briefing si sale ai vari piani per incontrare i nonnini e per invitarli a unirsi alla nuova attività. Si incontrano sorrisi e sguardi un po’ curiosi: ecco allora Primo che chiede da dove arrivano i nuovi ospiti, il lavoro che fa ognuno e se il passaporto è in regola, Marcella tenta di indovinare i vari nomi (non azzeccandone nemmeno uno), Enrico chiede preoccupato se qualcuno si è sentito male, ma viene prontamente tranquillizzato spiegando semplicemente che si trascorrerà il pomeriggio con loro giocando tutti assieme; e lui, così come tutti gli altri, sgrana gli occhi pieno di stupore. Tanti accettano, con entusiasmo misto a curiosità, l’invito a partecipare. Qualcuno è un po’ titubante ma alla fine si fa convincere. Qualcun altro non ne vuole proprio sapere, e purtroppo si deve desistere: nessuno è obbligato, ma si confida sul passaparola per i prossimi incontri. Riuniti tutti in sala Magnolia, divisi in tre squadre, si comincia: tutti a giocare a “nomi, cose e città”, gioco semplice che fa rievocare l’infanzia ormai lontana. Dal cestino delle categorie viene estratto “animali”, da quello delle lettere viene estratta la “p”, vince chi risponde per primo.
Pronti via! Alcuni veterani sono un po’ insicuri, altri non hanno capito esattamente cosa fare, altri ancora partono in quarta elencando qualunque parola venga loro in mente e così, per l’occasione, un papavero da fiore di trasforma in animale. È difficile stabilire chi è il più veloce a rispondere così si cambia sistema: vince la squadra che trova più parole, in questo modo si coinvolgono meglio tutti e si fa meno confusione. La scelta è azzeccata: meno baraonda, più calma per pensare, più divertimento per tutti. Lo svago coinvolge anche i nostri volontari, che cominciano a scherzare fra di loro e si lasciano andare a una serie di innocenti sfottò che contagiano gli anziani che in alcuni momenti si rivelano piuttosto competitivi.
Il tempo scivola veloce e arriva il momento di proclamare la squadra migliore: non stupisce che tutti siano stati bravi e la vittoria va a pari merito a tutti tre i gruppi, decisione che provoca qualche mugugno da parte dei più agguerriti; alla fine, però, accettano di buon grado. Per i concorrenti è ora di prepararsi per la cena, ci si saluta con la promessa di tornare presto; uscendo, sono numerosi i ringraziamenti gioiosi seguiti dai graditissimi complimenti di Maria Elena per l’armonia vista tra gli organizzatori. Si torna a casa forse un pochino stanchi, di certo tanto soddisfatti per il bel pomeriggio, consapevoli che basta davvero poco per regalare, e regalarsi, qualche bella risata.
Siamo sicuri: arrivederci a gennaio! (mc, pm)