Il team del presidente
(pubblicato sul numero 23 di “Ti scrivo”)
Nella sua opera di direzione e coordinamento il presidente non è solo, ma si avvale di sei delegati tecnici, uno per obiettivo strategico, la cui opera merita un approfondimento. A questi abbiamo chiesto in quale modo il comitato fosse attivo nei vari settori. Ecco cosa ci hanno raccontato
1. L’importante è la salute
Migliorare lo stato di salute delle persone e della comunità, proteggere la vita, favorire lo sviluppo sociosanitario, diffondere sani stili di vita. Questi i nostri obiettivi, che perseguiamo lungo due direttrici: intervento d’emergenza e formazione. Oltre al soccorso in ambulanza, contribuiamo all’organizzazione di esercitazioni e alla preparazione delle squadre per la gara di primo soccorso. Offriamo supporto nell’organizzazione della formazione e delle attività che richiedono il coordinamento tra vari gruppi. Inoltre, in programma abbiamo varie serate a tema, col doppio scopo di diffondere buone pratiche e far conoscere Croce rossa. Chiaramente tutto ciò sarebbe impossibile senza la stretta sinergia con le altre aree e col Comitato provinciale. Un sentito ringraziamento vorrei spenderlo per gli operatori del soccorso piste, del soccorso in acqua e per i truccatori e simulatori.
2. Nessuno è lasciato indietro
Dal vicino di casa che vive in solitudine, agli anziani che non riescono a fare una spesa dignitosa: sono molte le problematiche sociali che incontriamo ogni giorno. La Croce rossa sta investendo molto nel sociale e il Comitato di Trento non è da meno.
Le esigenze sono molto differenziate sul territorio e per questo è indispensabile l’operato dei gruppi. C’è chi raccoglie e distribuisce generi alimentari o indumenti; chi trascorre qualche ora con gli anziani; senza dimenticare gli operatori del sorriso e il servizio psicosociale. E ancora ci sono il farmaco pronto, lo sportello d’ascolto, i dormitori organizzati per chi non ha dimora, l’impegno con i migranti della residenza Adige per fornire loro educazione di base e un mestiere.
Qualsiasi volontario motivato e attento sia ai sette principi sia al codice etico è ben accetto.
3. Emergenza è più che ambulanza
Nella strategia 2020 il nostro obiettivo è definito come “Prepariamo le comunità e diamo risposta a emergenze e disastri”. Per questo organizziamo corsi per formare operatori d’emergenza su tutto il territorio e istruiamo i nostri volontari alla logistica dell’intervento eccezionale. In collaborazione coi delegati vengono effettuate sul territorio delle esercitazioni multi-forze e campi scuola sono realizzati per mettere in pratica quanto imparato in aula. Abbiamo una grande collaborazione col comitato provinciale per quanto riguarda eventi e campi extra-provinciali. Grazie all’impegno dei nostri 18 gruppi, i nostri numeri sono importanti: 265 volontari impegnati in formazione, 157 nei campi e 218 nelle esercitazioni. Ottimi risultati, ma siamo consapevoli del fatto che sono molte le sfide che ci aspettano sulla strada ancora da percorrere.
4. Non solo lezioni frontali
Questa è forse l’area percepita come più inconsistente dai volontari, liquidata spesso come settore di intervento eccessivamente astratto. Al contrario le nostre attività non solo possono essere divertenti ed emotivamente impegnative, ma coinvolgono concretamente il volontario ogni volta che indossa la divisa. Col proprio esempio, la propria passione e competenza ognuno di noi è infatti attivo nella diffusione dei nostri principi. Vi sono anche attività più strutturate, quali mostre a tema, workshop e convegni che sono rivolte a tutti e si pongono lo scopo di diffondere i temi del diritto internazionale umanitario e della storia della nostra associazione. Fuori dalle aule esistono molte proposte dinamiche, come il Raid Cross e la fiaccolata che ogni anno ripercorre il tragitto tra Solferino e Castiglione delle Stiviere, a ricordo dei luoghi della battaglia del 1859.
5. L’importanza della rete
Sono circa 400 i volontari tra i 14 e i 32 anni nel Comitato di Trento, molti dei quali mettono a disposizione le proprie energie per le attività rivolte alla gioventù. All’interno dei loro gruppi, questi rappresentano delle risorse inestimabili, in quanto voci propositive per l’ideazione e realizzazione di nuove attività. Per incentivare questo, il comitato ha puntato sulla formazione, offrendo, in più sedi, corsi che spaziano dal basilare percorso GiovenTù fino ai più specialistici, come per esempio l’Operatore Salute o l’Operatore di EducAzione alla Pace. Nel percorso GiovenTù il volontario sviluppa competenze per la progettazione delle attività, imparando a vivere e lavorare in gruppo. Il percorso si è dimostrato essere un importante momento di confronto, fondamentale per creare rete. Anche grazie a quest’ultima, in futuro si prospettano grandi possibilità.
6. Comunicare per aiutare
Il comitato ha lavorato molto nell’ambito della comunicazione. La necessità di cui ci siamo subito resi conto era quella di avere un delegato in ogni gruppo. Ci siamo quindi fin da subito occupati della ricerca e della formazione di questi, oggi presenti pressoché in ogni realtà. È stato aperto il sito web critn.it, uno spazio in cui ogni gruppo può dare il meglio di sé, raccontando coi propri articoli le sue attività. Le campagne pubblicitarie sono state un altro fronte, a partire da quella “In più ci sei tu”. Un esempio tra i tanti momenti di confronto organizzati è quello svoltosi l’anno scorso in cui si è discusso dell’attività di piazza, da cui è risultato un piccolo vademecum. Poco tempo fa si è costituito l’ufficio stampa, dove operano volontari che, integrando il contributo dei delegati, assicurano una comunicazione efficace e di qualità.