A gara di soccorso
(pubblicato sul numero 23 di “Ti scrivo”)
12 e 13 ottobre: gara nazionale di primo soccorso per volontari di Croce rossa. Diciannove squadre provenienti da diciotto regioni italiane si sfidano a colpi di soccorso, maxiemergenze e diritto internazionale umanitario
Competizione, primo soccorso, formazione: questi gli imperativi dell’ultima gara nazionale di primo soccorso svoltasi il 12 e 13 ottobre a Scalea in Calabria.
Questo tipo di competizioni sono una tradizione della Croce rossa italiana e sono giunte alla XXV edizione. Consistono in diversi scenari di primo soccorso (e non solo), dove una squadra composta da un team leader e da quattro soccorritori e una riserva si cimentano nel soccorso o in altre prove specifiche su tematiche di Croce rossa avendo come tempo di gioco solo nove minuti, venendo valutati sulla parte tecnica del soccorso ma anche sull’affiatamento come gruppo e sulla comunicazione, nonché sul rispetto dei principi e dei valori del nostro Movimento.
A questa edizione ha partecipato in rappresentanza del Trentino la squadra che ha vinto la competizione provinciale svoltasi il luglio scorso proveniente dal gruppo di Rovereto.
Una due giorni intensa, se non anche per il viaggio lungo e ricco d’avventure che ha portato la squadra dopo quasi 12 ore di viaggio a Scalea.
Il venerdì, dopo la registrazione delle squadre – ben 19 provenienti da 18 regioni e una rappresentanza del Magen David Adon di Israele – si è svolto nel pomeriggio un interessante convegno dal titolo “Impariamo a salvare vite”, dove fra le diverse relazioni hanno colpito di sicuro l’intervento del delegato tecnico nazionale dell’obiettivo strategico 1 (salute) Jacopo Pagani sull’uso del gioco come strumento didattico e la presentazione di Bernd W. Bottiger, Presidente del German resuscitation council, sul valore dell’insegnamento della manovre di rianimazione cardiopolmonare fin da piccoli.
Infine nella prima serata la tradizionale sfilata delle squadre lungo i luoghi storici della città e l’apertura ufficiale alla presenza di tutte le autorità della competizione.
La mattina seguente la squadra e gli accompagnatori sono pronti, fra un po’ di tensione, paura ed emozione ci avviamo verso il luogo di ritrovo delle squadre avendo voglia di iniziare: la prima scena di gara è prevista per le 9, ma tranquilli che abbiamo solo due ore di ritardo! Alle 11 finalmente si inizia!
La prima scena di soccorso è in spiaggia: un’amputazione di una gamba, un paio di persone con un colpo di sole e un infortunato con una puntura di medusa e siamo solo all’inizio!
Seguono scenari differenti fra loro: da un incidente lavorativo con una caduta da un scala e un elettrocuzione, a scenari in luoghi pubblici come un bar o un ristorante, ma gli scenari sono in perenne mutamento e evoluzione: arrivano dei migranti da accogliere, un uomo in carrozzina va aiutato a salire in automobile mentre bisogna soccorrere un paio di persone. Troviamo persino un paracadutista atterrato in maniera poco fortunata su di una palma. Infine una scena epica: la maxiemergenza che colpisce quasi venti persone a causa di un aereo caduto in un campo agricolo dove diverse contadini stavano lavorando.
Questi gli scenari “tradizionali”, ma poi ci sono delle prove speciali: la scena di diritto internazionale umanitario dove la squadra deve riuscire a oltrepassare un posto di blocco dell’esercito per portare soccorso a delle persone ferite che urlano convincendoli attraverso il rispetto delle norme del diritto internazionale umanitario, la prova giovani in cui bisogna simulare una lezione ad un gruppo di ragazzi di liceo sulla donazione del sangue.
Una gara emozionante, che ha regalato una nuova esperienza a sei volontari trentini che si sono ritrovati a competere con tutta la realtà nazionale. Una gara che testa prontezza e agilità mentale, pronti a dover risolvere situazioni e a prendere decisioni fondamentali in poco tempo. (fc)