Comunicare per esserci
(pubblicato sul numero 21 di “Ti scrivo”)
Come funziona la comunicazione nel Comitato provinciale di Trento? A capirlo ci aiuta Luigi Dellana, delegato per l’obiettivo strategico 6: comunicazione, sviluppo e promozione del volontariato. Si conclude così la serie di speciali dedicati al funzionamento del Comitato provinciale
La comunicazione in Croce rossa è una macchina complessa, che necessita di grande creatività e serietà. Saper e sapersi raccontare non è facile, come ci spiega Luigi Dellana, delegato provinciale per l’obiettivo strategico 6.
Luigi, perché la Croce rossa ha bisogno di un obiettivo strategico 6?
I motivi sono molteplici. Il più importante è probabilmente far conoscere la Croce rossa all’esterno, dove ci sono i futuri volontari. Perché noi, che siamo già soci, sappiamo più meno come funziona la Cri che, purtroppo, non sempre si è spesa in questa direzione.
Ai giorni nostri comunicazione vuol dire anche social network. Facebook in primis, ma anche Instagram e Twitter. Il Comitato provinciale come si sta muovendo?
Il Comitato ha una sua pagina Facebook, che ho ereditato dallo scorso delegato. La crescita nell’ultimo anno e mezzo è stata importante, tanto da raddoppiare i contatti. Credo che sia cresciuta molto non tanto per merito mio, ma per la capacità stessa di Facebook di raggiungere persone ovunque nel mondo.
Quindi avete commenti e visualizzazioni da utenti non trentini e addirittura neanche italiani.
Esatto. Oltre ai vertici dell’associazione raggiungiamo anche russi, americani, mongoli. I trentini, volontari e non, compongono solo il 10% del nostro pubblico. E questo è molto positivo, perché il ruolo del Comitato provinciale è di proiettarsi anche fuori dai confini.
Questo lavoro sui social ha poi dei risvolti materiali? Penso alle presenze nei corsi base.
Sicuramente vedere il proprio lavoro pubblicizzato è un’importante gratificazione per i volontari. Anche il territorio risponde bene, infatti spesso ci sono commenti o messaggi privati che chiedono informazioni.
Parlando dei volontari, l’area 6 non è solo rapporti con l’esterno, il settore dello sviluppo è proprio dell’obiettivo. Quali strategie mette in campo il Comitato su questo tema?
Cerchiamo di mantenere le attività in un certo senso tradizionali, come il “Cri day”, che sono rivolte primariamente ai soci. In aggiunta, quest’anno c’è stata, per la prima volta, la “Festa del volontario”, un momento riservato a chi veste la divisa rossa. Indubbiamente non è facile, da volontari facciamo ciò che possiamo.
In tutto questo però, non sei solo. C’è un team che ti affianca.
Nella squadra, di otto persone, ci sono un paio di professionisti, ma ritengo doveroso ringraziare anche chi professionista non è, ci mette il cuore in quello che fa e cerca di apprendere. Neanche io sono un giornalista né ho master in comunicazione. In particolar modo vorrei ringraziare chi mi ha affiancato dall’inizio, le mie due vice: Marilena Martinelli ed Elisabetta Ferrari.
Hai parlato di formazione. Ci sono in programma percorsi dedicati?
Abbiamo intenzione di ripetere il corso di comunicazione tenutosi a Marco di Rovereto, dedicato ai delegati dei vari gruppi che si occupano di comunicazione. Inoltre, siamo forniti di un ottimo centro di formazione, il Tononi, che può rivelarsi una grossa risorsa. In previsione, anche se in data da destinarsi, c’è un corso avanzato per chi ha preso parte all’episodio formativo di Marco. Ci tengo però a precisare che entrambi gli appuntamenti saranno dedicati primariamente agli addetti ai lavori.
Per portare avanti questi programmi servono risorse. È corretto dire che, forse troppo tardi, Croce rossa si sia accorta dell’importanza di una comunicazione efficace?
Non completamente. Finalmente qualcosa si sta muovendo, anche a livello nazionale, ma le risorse a disposizione non sempre sono sufficienti al ruolo che la comunicazione riveste. Vorrei concludere ricordando una cosa, le convenzioni sanitarie sono quelle che portano i soldi. Ma senza una comunicazione efficace i turni non verrebbero coperti.
Ringraziamo Luigi Dellana per il tempo dedicatoci e – che dire? – Grazie della comunicazione. (lpi)