Coppia affiatata, formazione eccellente
(pubblicato sul numero 21 di “Ti scrivo”)
Nello scorso numero abbiamo scoperto la figura del monitore, maestro dei nuovi iscritti che potranno apprendere anche le manovre salva vita. Ma chi prepara gli insegnanti? Sono i capo monitori Silvia, volontaria nella provincia di Bolzano da 28 anni, e Stefania, volontaria del gruppo di Rovereto dal 2008. Li abbiamo intervistati per conoscere la loro storia e per farci raccontare come si svolgerà il corso monitori in procinto di iniziare a ottobre
Silvia e Stefania sono i capo monitori che a metà settembre affronteranno con professionalità ed entusiasmo la gestione del corso monitori.
Silvia, da quanti anni sei capo monitore e cosa ti ha spinto a diventarlo?
Sono diventata capo monitore nel 1998, spinta in primis dalla voglia di mettermi alla prova, cavalcando il principio che non si smette mai di imparare e di migliorarsi.
Stefania, la tua storia invece?
Mi sono iscritta all’esame per capo monitori nel 2013. Quando mi è stata inoltrata l’informativa relativa agli esami, mi sono trovata un messaggio di accompagnamento che diceva: “E ora aspetto la tua candidatura”. Non ci avevo mai pensato e non sapevo quale fosse di preciso il loro ruolo, ormai il mio ruolo. Ancora adesso credo di avere molto da imparare, però mi sono detta “Perché no?”. Con questo spirito mi sono preparata all’esame, sono andata a Torino a sostenerlo ed è stata una grande soddisfazione. Conservo ancora con piacere quella mail e tuttora ringrazio chi mi ha lanciato quella sfida.
Qual è il vostro ruolo all’interno del corso per aspiranti monitori?
(Silvia) Il capo monitore è chi prepara i docenti. Siamo un po’ i docenti dei docenti. In questo ruolo siamo veicolo di nozioni, facilitatori, consiglieri, accompagnatori.
(Stefania) Durante il corso il nostro ruolo è quello di guidare gli aspiranti nell’acquisizione di tutto un bagaglio tecnico, nozionistico e pratico che dia loro gli strumenti per svolgere al meglio la nostra attività. Con Silvia abbiamo sempre cercato, e sempre cercheremo, di aiutarli a crescere insieme alla figura che andranno a ricoprire, figura in cui entrambe crediamo fermamente.
Stefania, che obiettivi hai e cosa cerchi nei futuri monitori?
Ogni volta che incontro qualcuno anche semplicemente incuriosito dalla nostra attività, già me ne compiaccio e se poi è disposto a mettersi in gioco per intraprendere questa strada, mi rivedo nel percorso che ho fatto io! Mi piacerebbe poter valorizzare il loro entusiasmo e metterli nelle condizioni di vivere al meglio questa esperienza. Mi auguro che abbiano tanta voglia di imparare, con l’entusiasmo e la voglia di fare che l’attività richiede.
Silvia, tu cosa ti aspetti?
Quando tengo dei corsi ho sempre l’obiettivo di trasmettere, nel modo più efficace possibile le nozioni che sono proprie del nostro insegnamento, insieme alla passione per la materia. Dai futuri monitori mi aspetto che affrontino il nuovo percorso con convinzione e passione, che prendano coscienza dell’importanza del loro ruolo all’interno della nostra associazione e del contesto sociale nel quale si troveranno a operare.
C’è una domanda che non ti è stata mai posta e quale risposta daresti?
(Silvia) Vorrei che mi chiedessero cosa avrei fatto nel mio tempo libero se non fossi diventata volontaria in Croce rossa. Non saprei cosa rispondere perché questa associazione è parte di me da 28 anni e non saprei immaginare uno scenario diverso.»
(Stefania) In questi anni domande me ne sono state fatte tante, anche le più disparate, ma non credo ci sia qualcosa di preciso che vorrei mi chiedessero. So solo che spesso la difficoltà non sta tanto nella domanda che ti viene posta, quanto nel trovare una risposta intelligente e adatta a chi ci sta davanti.
Auguriamo a Silvia e Stefania di trovare volontari motivati e preparati. A noi la certezza che grazie a loro, in Trentino, la qualità dell’insegnamento sarà sempre ottima. (pm)