Diffondere la cultura del primo soccorso
(pubblicato sul numero 20 di “Ti scrivo”)
Quando ho deciso di voler diventare soccorritrice pensavo che così avrei potuto fare la differenza. Credevo che quel che conta davvero la maggior parte delle volte fosse la persona in divisa che arriva a bordo dell’ambulanza, con ossigeno, pallone da respirazione, aspiratore e defibrillatore. Poi ho studiato e ho imparato che in realtà sono i primi minuti a essere decisive. Le mani di un passante possono avere la stessa utilità. Per questo vorrei fare il monitore: per diffondere tra i laici la cultura del primo soccorso. (sc)