I principi sono solo l’inizio
(pubblicato sul numero 19 di “Ti scrivo”)
Eccoci arrivati al quarto appuntamento all’interno delle attività svolte nel Comitato provinciale. Con questa intervista proveremo a capire quanti e quali sono le sfide a cui deve rispondere il delegato Giorgio Giampiccolo
A fine settembre, a Lavis, partirà un corso per nuovi volontari di Croce rossa e nel programma sarà previsto anche lo svolgersi di due lezioni dove si parlerà di dove e quando è nata l’idea della nostra associazione e dei Principi in cui crede. In questa intervista scopriamo quanto sono importanti per gettare le basi per un volontariato con uno stile inconfondibile.
Quale è il tuo ruolo come delegato provinciale dell’obiettivo strategico 4?
Coordino le attività svolte dai referenti dei settori provinciali che hanno il compito di continuare a stimolare la nostra organizzazione affinché non dimentichi i principi e valori su cui è fondata, la storia (la nostra storia) da cui è partita, il diritto internazionale umanitario, l’attività internazionale del comitato. Certo non manchiamo di curare anche i rapporti con il nostro ufficio nazionale e la pubblicizzazione di quello che fa la Federazione.
Tante attività per una sola aera di lavoro…
Chi, attraverso il corso iniziale, entra a far pare del vasto mondo di Croce rossa ha percepito fino a ora che questo argomento si risolvesse con due interminabili lezioni. Siamo visti come “quelli del Diritto internazionale umanitario (Diu)” ma dietro c’è un mondo così ampio che l’attività appena citata non è la più pregnante. La confusione nasce dalla fusione di storia, principi e valori che sono fondanti per la nostra organizzazione differenti dal Diu che regola i comportamenti delle nazioni in situazioni belliche. Quest’ultimo argomento è complesso e fino a oggi è stato vissuto, come una cosa noiosa, uno scoglio che si deve affrontare, solo all’inizio, per entrare nell’associazione.
Si può fare qualcosa per cambiare questa tendenza?
Stiamo iniziando un percorso di aggiornamento rivolto agli istruttori per dare strumenti aggiuntivi e per migliorare la comunicazione: vogliamo arrivare a fare lezioni che non siano solo frontali. Un esempio è stata la rievocazione storica a Bezzecca dove è stato ricostruito un ospedale da campo di fine Ottocento. Certo è anche importante far conoscere la Croce rossa attuale, non solo quella che è stata ma quella che è oggi, che vive le sfide odierne, che vive quotidianamente i Principi fondanti.
Quindi i Principi sono ancora centrali per la nostra realtà?
Non possiamo accettare e pensare a una vita associativa senza i Principi. Fino a oggi abbiamo peccato di superficialità e li abbiamo dati per scontati in quanto non abbiamo avuto la necessità di confrontarci con loro. Per anni sono rimasti solo scritti sulle pareti delle nostre sedi e solo in questi tempi li abbiamo indossati, partecipando nelle emergenze umanitarie italiane e internazionali.
Quale ruolo possiamo avere, noi volontari, per sviluppare quest’area?
Dobbiamo lavorare insieme per ristabilire la coscienza sui principi e sui valori che vogliamo siano condivisi da tutti gli aderenti all’associazione: le fiaccolate, la storia, ma anche i video possono mantenerli vivi e farli germogliare. Umanità, Imparzialità, Neutralità possono e devono diventare il nostro abito quotidiano nella realtà, non solo nei pensieri.
Gestisci anche le attività internazionali del Comitato provinciale, ci sono progetti in cantiere?
Nel tempo la cooperazione internazionale è cambiata totalmente; se negli anni novanta si andava all’estero per portare e consegnare materiale ora l’obiettivo degli aiuti è orientato verso lo sviluppo del destinatario; attraverso aiuti tecnici si collabora per farlo diventare maggiormente indipendente. Proprio in questi giorni, ai primi di luglio, stiamo aspettando una risposta a un bando, presentato alla Provincia autonoma di Trento, per una cooperazione con la Croce rossa e la Caritas del Montenegro per un progetto triennale educativo e formativo. Siamo ottimisti sulla risposta e contiamo di veder coinvolti numerosi volontari della nostra regione.
Salutiamo Giorgio augurandoci di poterlo rivedere in un prossimo futuro, assieme al suo gruppo di lavoro, per approfondire questo interessante progetto, finalmente realizzabile. (pm)