Squadre itineranti e posti medici a vegliare sugli Alpini
(pubblicato sul numero diciotto di “Ti scrivo”)
Centinaia di volontari si sono alternati nella composizione degli equipaggi che, nei tre giorni dell’Adunata, hanno ininterrottamente garantito assistenza sanitaria ad Alpini e non
“Papa dodici, portatevi in rosso in Piazza Venezia, persona incosciente”. In condizioni normali, l’equipaggio “Papa dodici” salirebbe rapidamente sull’ambulanza, accenderebbe sirene e lampeggianti e partirebbe alla volta di Piazza Venezia. Questa però non è una situazione normale, siamo all’Adunata degli Alpini, la città ha quadruplicato la sua popolazione, spostarsi con i mezzi è molto difficile e l’equipaggio “Papa dodici” è… a piedi!
Così per il codice rosso, in una sorta di Cenerentola post-mezzanotte, l’ambulanza diventa le gambe dei volontari, sirene e lampeggianti si trasformano in “Permesso, mi scusi” e la partenza somiglia a quella dei centometristi. Dicono che il nero snellisce un casino, ma anche il (codice) rosso di un equipaggio itinerante a piedi non scherza!
Dopo la risoluzione dell’emergenza, per fortuna senza conseguenze, “Papa dodici” torna ai blocchi di partenza. Con più calma rispetto al viaggio di andata, ovviamente. Nel percorso, si ripetono i rituali interventi da squadra itinerante in modalità tranquilla, tra i quali spicca l’alpino di turno che chiede un controllo alla pressione. Non manca poi il consueto saluto a “Tango quattro”, l’equipaggio della Croce bianca in pronta partenza da via Calepina: la collaborazione tra le tante associazioni che costellano il Trentino è stata una delle vere rivelazioni di questo evento. Finalmente “Papa dodici” conclude il suo giro perlustrativo e rientra a “Tango Bravo”, uno dei posti medici avanzati che fungono da ospedali temporanei per questo weekend più intenso del solito. La situazione è tranquilla, così si approfitta per fare quattro chiacchiere con l’equipaggio stanziato in quella zona e con le altre squadre itineranti, e magari mangiare un boccone tutti insieme, in attesa del prossimo giro.
Al termine del turno, “Papa dodici” cambia faccia e un manipolo di nuovi volontari dà il cambio a quelli vecchi, per continuare l’ininterrotta assistenza alla città e ai suoi ospiti. Il vecchio equipaggio, ormai spogliato della sua temporanea identità, si appresta ad avviarsi verso il punto di recupero dove sarà riportato alla cittadella e potrà risvegliarsi nel mondo reale. (apa)