La vulnerabilità nel mirino
(pubblicato sul numero diciassette di “Ti scrivo”)
Continua il nostro viaggio all’interno del Comitato provinciale. Esploriamo oggi la seconda area, un mondo complesso riassunto nella stringata espressione “Favorire il supporto e l’inclusione sociale”.
“La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta”. Una massima caratterizzata dalle più varie forme e che noi vi proponiamo in quella confuciana. Ma come è impegnata concretamente Croce rossa per fornire gli strumenti necessari a chi ne abbia bisogno? Lo abbiamo chiesto a Maria Chiara Torzi Gerosa, alias Mimma, delegata provinciale dell’obiettivo strategico due.
Di cosa si occupa concretamente l’area due?
La nostra mission è sconfiggere il più possibile le vulnerabilità, favorendo l’inclusione sociale, in modo da rendere le comunità più resilienti. Naturalmente le problematiche legate a nuove povertà sono tantissime e in continuo mutamento, dunque la strategia richiede un costante rinnovamento.
Quali sono gli strumenti che vi permettono di raggiungere i vulnerabili?
Strumento indispensabile è la mappatura delle povertà sul territorio, la quale permette il riconoscimento dei bisogni primari e quindi di dare voce alle necessità. In seguito è opportuno attraverso l’ascolto instaurare una relazione di fiducia col vulnerabile, così da poterne comprendere la situazione. Questa attività porta a quel contatto, magari occasionale, che svela l’universo di queste persone le quali, spesso per dignità, non vogliono mostrarsi al servizio sociale di base, col quale collaboriamo moltissimo.
Quali sono le strutture con le quali Croce rossa collabora?
La collaborazione si sviluppa su due livelli: quello provinciale, dove troviamo i tavoli sociali dell’assessorato e quello locale, dove i gruppi collaborano con le politiche sociali di zona. Per poter mappare capillarmente i bisogni è inoltre fondamentale una rete costituita da istituzioni e associazioni di volontariato.
Quali sono i progetti che negli ultimi anni vi hanno dato maggiore soddisfazione?
Il punto bimbo, partito qualche anno fa a livello provinciale in via sperimentale, ha avuto un successo notevole.
Un’altra piacevole sorpresa è stata quella della gestione dei dormitori, per i quali si sono inaspettatamente offerti un numero considerevole di volontari. Questo ci ha recentemente motivati a organizzare, per la prima volta a livello provinciale, un intenso corso focalizzato sulla cura del senza dimora.
Non si è dimostrata semplice la sfida relativa all’accoglienza dei migranti. L’obiettivo strategico due è impegnato su questo fronte in un costante lavoro di formazione finalizzato all’integrazione di queste persone, con particolare attenzione a chi sia appena uscito dal progetto di accoglienza previsto.
Un’altra importante vulnerabilità sono le dipendenze. Per questa abbiamo puntato sugli incontri nelle scuole, favorendo lo scambio tra pari tramite il consistente coinvolgendo dei giovani.
E non è finita qui. All’orizzonte intravediamo una nuova possibilità di intervento, ovvero quella di una collaborazione più attiva e incisiva con chi soccorre i vulnerabili sulla strada, così da raggiungere più efficacemente i senza dimora, ma anche vittime di violenza e di tratta.
Vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Quando sono entrata a far parte di Croce rossa, l’associazione era spesso associata soltanto all’ambulanza. Nonostante questo, l’ambito sociale mi ha affascinato fin da subito. Ciò che mi colpisce è la sua trasversalità, dalla persona in ambulanza, a quella dimenticata su una strada o che passa un momento delicato della sua vita; esso è necessario ovunque.
Purtroppo la fragilità è in ciascuno di noi. Per questo cercare di capire e dare una risposta, tante volte semplicemente ascoltando, è qualcosa che dona una soddisfazione impagabile e permette di percepire la propria azione nel mondo.
Ringraziamo Mimma per la disponibilità e specialmente per l’esaustività delle sue risposte. (gb, dg)