Croce rossa e Alpini: accoppiata vincente!
(pubblicato sul numero diciassette di “Ti scrivo”)
Un secolo di adunate, un lungo serpentone di “penne” nere che solo la seconda guerra mondiale è riuscita a interrompere. Per la quarta volta nella storia, sarà Trento a ospitare la variopinta festa di popolo. E saranno in 650 mila ad animarla dall’11 al 13 maggio, oltre alle centinaia di volontari della Croce rossa, che garantiranno assistenza e soccorso in caso di bisogno.
Tutto ebbe inizio in un imprecisato giorno del 1917: con la Grande guerra ancora in corso, le “penne nere” diedero vita a un raduno spontaneo sul Monte Ortigara, nel Vicentino, per ricordare, attorno ad un altare di fortuna, i compagni caduti nel primo conflitto mondiale. A guerra finita, nel ‘20, l’evento venne commemorato con un primo convegno nazionale, dal 5 al 7 settembre, sempre sull’Ortigara; da allora solo la seconda guerra mondiale (tra il ’41 e il ’47) e il Giubileo di Roma (nel 1950) sono riusciti ad interrompere la tradizione che vede ogni anno centinaia di migliaia di persone al seguito degli alpini in congedo provenienti da ogni parte d’Italia.
Le prime nove edizioni, dal 1920 al ’28, passarono sotto il nome di “Convegno nazionale” e si tennero sempre a fine estate; dalla decima edizione in poi si iniziò a parlare di “Adunata nazionale”, manifestazione che successivamente, salvo poche eccezioni, si tenne sempre nella stagione primaverile: dal ’77 in poi sempre nel mese di maggio.
Con quella di quest’anno sono ben cinque le adunate nazionali ospitate dalla città di Trento, la prima nel 1922, la terza in assoluto dopo Monte Ortigara nel ’20 e Cortina d’Ampezzo nel ’21, tutti luoghi di testimonianza durante il primo conflitto mondiale. Poi ancora nel ’38, ’58, ’87 e… 11, 12 e 13 maggio 2018. C’è dunque un antico, stretto e profondo legame affettivo fra Trento e l’”adunata”, che tra pochi giorni porterà in città ben 650 mila ospiti, tra penne nere, familiari e simpatizzanti.
La scommessa
Oltre sei volte la popolazione di Trento, questa è la dimensione dell’Invasione che la città si troverà a dover fronteggiare nel secondo weekend di maggio. Un enorme sforzo organizzativo e una grande scommessa, anche per le strutture d’accoglienza del circondario che da mesi fanno registrare il “sold out”. Non c’è più un letto libero verso sud, lungo la Valle dell’Adige fino al confine col Veneto, idem per la Valsugana, la Valle dei Laghi e i comprensori a nord di Trento. Alla logistica, per quanto concerne la gestione degli ospiti della sfilata e delle manifestazioni di contorno, ci pensa il Comitato organizzatore che fa capo all’Associazione nazionale alpini e che si muove secondo protocolli collaudati in anni e anni di esperienza. Lo sforzo più grande però è richiesto a chi in quei giorni verrà chiamato a garantire la sicurezza dei cittadini e degli ospiti: è richiesto alle forze dell’ordine, a enti e associazioni di soccorso e con la Croce rossa del Trentino in prima linea.
Il ruolo della Croce rossa
Da mesi la Cri del Trentino sta scaldando i motori. Riunioni su riunioni a livello di vertice per mettere a punto un piano operativo, incontri su incontri per i volontari, ai vari livelli, per una formazione finalizzata all’evento; gran lavoro per i logisti impegnati a verificare la funzionalità delle strutture da mettere in campo.
Verrà allestita la “Cittadella del volontario”, con cucina attiva senza soluzione di continuità e dormitori dove poter dare la possibilità di riposare tra un turno e l’altro. Ci saranno l’ospedale da campo, la stazione di decontaminazione Cbrn e otto posti medici avanzati, squadre itineranti composte ciascuna da quattro volontari, l’intera struttura Cri delle telecomunicazioni e l’ufficio stampa che terrà aggiornata l’informazione sui social. Saranno oltre cinquecento le divise rosse, provenienti da tutti i gruppi della provincia che in quei giorni coloreranno la già variopinta manifestazione.
Un appuntamento al quale ci presenteremo ben preparati, certi di poter assolvere al meglio il compito che ci è stato affidato. (robi)