Sabato sera al palazzetto
(pubblicato sul numero sedici di “Ti scrivo”)
Siamo arrivati alla quinta tappa del nostro viaggio nei principi che animano la nostra associazione. Si parlerà dunque di Volontarietà, tra i principi quello che più ci riporta al terribile giorno della battaglia di Solferino, dove Henry Dunant prese atto della terribile condizione in cui vivevano i soldati durante i conflitti e dove nacque de facto l’idea della Croce rossa. In quell’occasione, per soccorrere i feriti del violento conflitto, Henry chiese aiuto alla popolazione locale di Castiglione che, mostrando una solidarietà senza precedenti, prestò soccorso a tutti nel duomo della città, senza distinzione di alcun tipo, in particolare riguardo all’uniforme indossata. Furono le donne della zona ad adoperarsi di più, senza averne alcun tornaconto, in modo totalmente volontario e disinteressato.
Nonostante le decine di anni trascorse da allora, e nonostante ormai ogni nazione offra servizi medici e assistenziali sia per le cure quotidiane sia per le emergenze, la volontarietà è ancora una delle forze principali della Croce rossa e della società in generale. In primo luogo, nonostante la competenza e la devozione del personale dipendente, un volontario può individuare la sofferenza dove l’ente pubblico non riesce ad arrivare. In secondo luogo, un volontario non è legato ad alcuna autorità, e per questo può agire con maggiore autonomia riuscendo più facilmente a guadagnare la confidenza di donne e uomini che si appresta ad aiutare. (apa)
La campanella suona e finalmente è ora di ricreazione. Tre ore di fila di italiano sono sempre pesanti, ma il sabato mattina diventano quasi insopportabili! Quando Federica si alza per uscire sul corridoio con le sue compagne di classe, le sembra quasi di poter finalmente respirare di nuovo! Maria è la prima ad introdurre l’argomento: «Allora stasera chi viene alla festa al palazzetto? Io non vedo già l’ora» Le risposte si accavallano: «Io ci sarò di sicuro!», «Anch’io non vedo l’ora, anche perché Luca mi ha detto che lui e i ragazzi della squadra ci andranno dopo la partita…», «E poi il dj che suona è bravissimo…». Federica un po’ in disparte «E tu Fede, ci vieni?» si sbuccia distrattamente una banana mentre risponde a Maria «Sì, certo!», «Allora magari ci andiamo insieme? Se vuoi ho ancora un posto in macchina» le offre Valentina, la prima del gruppo ad avere avuto la patente e l’unica finora che ha sempre un’auto a disposizione il sabato sera. «No grazie», declina Federica, «Mi sono già messa d’accordo con altri amici. Ci vediamo direttamente lì!»
Sul gruppo Whatsapp continuano ad arrivare messaggi e immagini. Federica apre e li scorre distrattamente: a quanto pare c’è stata una piccola crisi quando Valentina è passata a prendere Silvia perché hanno scoperto di essersi vestite esattamente uguali. Da quel momento è stato un susseguirsi di fotografie per cercare di arrangiare un altro outfit nel giro di un quarto d’ora. Federica scorre fino alla fine del thread: sembra che ce l’abbiano fatta, l’ultima fotografia ritrae un paio di scarpe nere lucide con un tacco vertiginoso. Abbassa lo sguardo sui suoi scarponi e sorride: quasi uguale! Cerca rapidamente un’emoticon adatta e alla fine si rassegna a inviare solo una faccina con gli occhi a cuoricino.
«Ciao ragazze, come va?» Cinque paia di occhi si girano verso di lei e quasi simultaneamente si sgranano «Federica?!?» Silvia sembra la più sconvolta «Ve l’avevo detto che ci saremmo incontrate qui!». «Ma cosa ci fai vestita così?!?» interviene anche Valentina. «Sono qui per promuovere la campagna “Se bevo non guido”. Vi va di venire a provare i nostri occhiali che simulano lo stato di ebrezza? Più tardi vi possiamo far provare anche l’alcool test!». Le ragazze sembrano tutte molto perplesse. «Dai, venite, gli occhiali sono divertentissimi! E poi vi presento anche i miei amici Marco e Simone…», aggiunge l’ultima frase lanciando un’occhiata a Maria: sa che ha una cotta per Simone e le ha chiesto diverse volte di presentarglielo quando ha scoperto che lo conosceva. È Maria in effetti la prima ad avvicinarsi, le altre le seguono un po’ titubanti. Quando arrivano al tavolo che hanno allestito in un angolo del palazzetto Marco e Simone si presentano e piano piano convincono un paio di ragazze a provare il percorso tra i coni con addosso gli occhiali speciali. Federica è felice di aver coinvolto le sue amiche e spera anche di riuscire a passare almeno a loro il messaggio che sta dietro questa iniziativa, ma improvvisamente si sente trascinare per un braccio: è Silvia, che la porta fino fuori dalla porta, la squadra e indica la sua divisa, i suoi scarponi e le chiede quasi sconvolta: «Ma chi te l’ha fatto fare?» Federica scuote il capo e con il sorriso sulle labbra le risponde semplicemente «Nessuno. E a dire il vero è una delle cose che mi piace di più di quello che faccio!» e se ne va.
Perché Federica sa che stasera in realtà si sta anche divertendo, ma sa anche che senza la Volontarietà e i volontari la Croce Rossa non avrebbe mai potuto fare tutto ciò che fa. (sc)