Sempre là dove serve
(pubblicato sul numero quindici di “Ti scrivo”)
Il quarto capitolo del nostro viaggio alla scoperta della storia dei principi che animano l’associazione rappresenta il giro di boa e ci proietta sull’Indipendenza, tema anche del racconto che potete leggere qui di seguito. In senso più lato, il quarto principio afferma che la Croce rossa non deve essere soggetta ad alcuna interferenza che possa comprometterne l’attività o il rispetto dei primi tre principi. Questa indipendenza deve valere anche nei confronti dell’opinione pubblica: è indispensabile che il movimento sappia come stare lontano dalla pressione dei media, dal momento che la quantità e la qualità di un bisogno non è misurato dalla visibilità mediatica o dalla reazione della popolazione.
Tornando indietro nel tempo, nell’ultimo numero ci eravamo fermati al 1955, quando Jean Pictet pubblicò diciassette principi, precursori di quelli che conosciamo oggi.
Su queste basi, la ventesima conferenza internazionale della Croce rossa del 1965 adottò unanimamente i sette principi e decise che di lì in avanti sarebbero stati declamati all’apertura di tutte le successive conferenze internazionali. L’importanza dei principi è stata ulteriormente ribadita nella venticinquesima conferenza, tenutasi a Ginevra nel 1986, in cui si è stabilito che dovessero essere inclusi in tutti gli statuti del movimento. In quell’occasione, si è anche sottolineata la responsabilità delle varie società nazionali per la divulgazione e il rispetto dei principi da parte di tutti gli aderenti. (apa)
La giornata è meravigliosa, come a Union City non se ne vedevano da un po’: il sole splende alto, il cinguettio degli uccelli riempie il silenzio, le piante sono nel pieno della fioritura e l’aria è pregna del loro profumo. Kay si aggiusta gli occhiali da sole e si richiude il portone alle spalle: per una volta sembra che la fortuna la assista nel suo giorno libero. La temperatura è ancora fresca, ma d’altro canto non sono che le nove di mattino, probabilmente per l’ora di pranzo si pentirà di essersi portata anche il foulard. Kay controlla l’ora e accelera il passo: ha solo dieci minuti prima dell’appuntamento con Anita, la sua più cara amica, e odia essere in ritardo. Gira l’angolo e si ferma al semaforo. Improvvisamente dal parco davanti a lei uno stormo di uccelli si alza in volo e si allontana in tutta fretta. Il traffico si ferma, il suo semaforo diventa verde e inizia ad attraversare. Un cane dall’altra parte della strada inizia ad abbaiare furiosamente e riesce a scappare dal suo anziano padrone… è allora che Kay se ne accorge: non c’è più il canto degli uccelli, ma diversi cani nel parco stanno abbaiando e latrando. È un istante: in lontananza si sente un boato e improvvisamente è come se la terra si aprisse sotto i suoi piedi. Kay si blocca in mezzo alla strada. È un istante. In meno di un secondo tutto intorno a lei si sta muovendo. Kay si gira e torna sui suoi passi di corsa: c’è sicuramente bisogno di lei, avvertirà Anita dall’auto.
Il presidente firma il foglio davanti a lui e dagli schermi la soddisfazione è palese sui volti della maggior parte delle persone che partecipano a distanza alla riunione. «Bene, dottoressa Tundsen, credo che dobbiamo ringraziarla di nuovo anticipatamente per tutto quello che farete!» annuisce «Grazie presidente, grazie signori delegati, vi assicuro che appena uscirò da questa stanza la macchina della Croce rossa si metterà in moto e che faremo del nostro meglio per affrontare questa emergenza. Con l’atto che avete sottoscritto oggi ci renderete tutto molto più semplice, sarà tutto molto più snello». L’atto firmato dal presidente e steso in accordo con tutti i delegati dei dodici distretti affida alla Croce rossa la completa gestione dell’emergenza. Kay si estranea di nuovo, nella sua testa sta già facendo l’elenco delle telefonate che dovrà fare uscendo da qui. Ha ricevuto prima di entrare notizie dai referenti dei vari distretti sulle condizioni delle strutture e delle risorse dopo il sisma, mentre durante la riunione ha avuto modo di vedere i rapporti e le immagini riguardanti i danni registrati. L’epicentro è stato localizzato al confine tra i distretti otto e nove e i maggiori danni hanno riguardato tutti i distretti orientali, quelli dal sette al dodici. Le prime telefonate dovranno essere dirette ai referenti dei distretti occidentali per capire quanti uomini e quali risorse può far spostare verso le zone più colpite. L’improvviso susseguirsi di saluti la fa tornare nella sala: la riunione deve essere finita. Inizia a riordinare i fogli davanti a lei, ma il Presidente la ferma: «Dottoressa Tundsen, si fermi un attimo qui». Kay infila il raccoglitore nella sua borsa, ma rimane ferma al suo posto: il lavoro che l’attende ora è immane, ma se il presidente le chiede di fermarsi non può proprio fare altrimenti.
I delegati dei dodici distretti staccano i collegamenti video e nella sala riunioni rimangono Kay, il presidente Nelson e il generale Tillman. «Adesso che abbiamo fatto ciò che dovevamo per tranquillizzare tutti, direi che possiamo parlare in modo più chiaro.» inizia il Presidente, Kay non crede di seguirlo «Siamo seri, i distretti orientali sono i più inutili della Nazione; dedicate il minimo delle risorse possibili lì, quel tanto che basta a non farli sentire abbandonati». Kay a questo punto spera di non aver capito: «Non credo di seguirla signor presidente». Il generale sbuffa: «Non faccia l’ingenua dottoressa Tundsen, è chiaro ed evidente che la vostra attenzione si dovrà concentrare su Union City e sui distretti uno, due e tre. Qui si concentrano le banche e le sedi delle multinazionali, tutto il resto del Paese può aspettare». Kay respira a fondo, apre la borsa, fruga un attimo e ne tira fuori un foglio. Con una penna riquadra un paragrafo, poi si alza: «Avete affidato alla Croce Rossa la gestione di questa emergenza, siamo attrezzati per farlo e vi assicuro che faremo ciò che è giusto. Arrivederci signori!». allunga il foglio davanti ai due uomini e se ne va. Questi si allungano e leggono: “Il Movimento è indipendente. Le Società Nazionali, quali ausiliari dei servizi umanitari dei loro governi e soggetti alle leggi dei rispettivi Paesi, devono sempre mantenere la loro autonomia in modo che possano essere in grado in ogni momento di agire in conformità con i principi del Movimento”. (sc)