Dalla notizia all’interlocutore: un corso per comunicare
(pubblicato sul numero quindici di “Ti scrivo”)
Venti volontari provenienti da dieci unità territoriali del Trentino, questo il primo gruppo di “comunicatori” ufficialmente formati in occasione del corso voluto e organizzato dal Comitato provinciale di Trento nell’ultimo weekend di febbraio a Marco di Rovereto. Più che soddisfacenti i risultati evidenziati dalla prova pratica che ha portato alla realizzazione di cinque notiziari.
Sull’importanza della comunicazione è stato scritto diffusamente nel numero di dicembre di “Ti scrivo” in occasione del primo compleanno del nostro mensile. In un periodo come quello che stiamo vivendo, in cui anche chi aiuta i vulnerabili viene preso di mira dai tanti, troppi, che vorrebbero che i diseredati di questo mondo venissero abbandonati al loro destino, diventa di vitale importanza riuscire a trasmettere i valori di Croce rossa, diffondere le nostre iniziative, spiegare chi siamo, cosa facciamo e perché lo facciamo, svegliare e coinvolgere le varie sensibilità che pur esistono ma appaiono come disorientate in questo mare di informazioni incontrollate. L’imperativo è, dunque, comunicare, comunicare, comunicare.
In apertura di giornale si è fatto cenno alla figura indispensabile perché la comunicazione possa aver luogo, perché il comunicatore possa trovare un supporto dove riversare il proprio messaggio: l’interlocutore. Senza interlocutore non può esserci comunicazione, con buona pace dei seguaci dell’“impossibile non comunicare”. Lo sanno gli editori, lo sanno i programmatori televisivi, senza lettori, senza spettatori si chiude. È la presenza dell’interlocutore a dare un senso all’attività di divulgazione e questo va catturato e coinvolto con la conoscenza e l’utilizzo degli opportuni strumenti del mestiere.
Partendo da queste considerazioni il Comitato provinciale di Trento ha ritenuto opportuno promuovere l’organizzazione del corso di comunicazione che ha avuto luogo nell’ultimo weekend di febbraio presso il campo addestrativo di Marco di Rovereto. Venti volontari provenienti da dieci unità territoriali del Trentino, ai quali si sono aggiunti tre ospiti dalla Valle d’Aosta, hanno risposto all’appello e per due giorni si sono immersi nel mondo della comunicazione vivendo questa esperienza da discenti e da protagonisti.
Si è partiti elencando i presupposti necessari per aspirare a poter coinvolgere una larga platea di interlocutori. In primo luogo la notizia e un’oggettiva valutazione dell’interesse che essa può suscitare. Per la divulgazione di massa, alla quale aspiriamo, la domanda deve essere: riesco a coinvolgere e farmi capire da tutti, dal plurilaureato alla “casalinga di Voghera”? Quello della spendibilità di una notizia è uno dei punti chiave, non a caso negli organi d’informazione di una certa rilevanza la valutazione è compito del capo redattore o, in certi casi, del direttore responsabile. Se una notizia è appetibile tutto diventa più facile. Ma abbiamo in mano solo il primo tassello del puzzle.
Notizia alla mano, bisogna saperla presentare in modo corretto, utilizzando con competenza gli strumenti a disposizione. L’esposizione deve essere semplice ma, al tempo stesso, elegante: bisogna saper parlare la stessa lingua degli interlocutori. L’attenzione va catturata nelle prime righe di un articolo o nelle prime frasi di un intervento: pochi secondi per conquistare l’attenzione, se si fallisce il lettore volta pagina e l’ascoltatore pensa ad altro. L’esposizione scritta deve essere completa e sintetica, quella verbale empatica, assertiva e seguita dal linguaggio del corpo. La buona comunicazione deve sapersi adattare ai linguaggi dei nuovi media e conoscere l’utilizzo degli strumenti fotografici e di videoripresa.
L’intera giornata di sabato, fino in tarda serata, è stata occupata dalle lezioni teoriche. Domenica da protagonisti, invece, per i discenti che, divisi in cinque “redazioni”, si sono cimentati nella realizzazione di altrettanti giornali con risultati più che soddisfacenti, dimostrando di essere pronti per un secondo step formativo: il corso di comunicazione 2.0. (gip)