La nostra visione di scuola
(pubblicato sul numero quindici di “Ti scrivo”)
Fra matematica, italiano e… umanità, nel nuovo programma scolastico dei giovani della Croce rossa trentina pensato per i giovani richiedenti asilo
Il fatto che la scuola tante volte sia vista come un peso da molti studenti è cosa risaputa, ma davvero non si può sfatare questo luogo comune? Nasce così il progetto “doposcuola”, una nuova scommessa dei giovani della Croce rossa trentina per il 2018: organizzare pomeriggi dedicati ai giovani studenti ospiti della residenza Adige, con lo scopo di far apprezzare il mondo della scuola. Non solo. Il progetto mira soprattutto a dare una ulteriore possibilità di integrazione a questi ragazzi che si trovano catapultati in un mondo nuovo. I piccoli richiedenti asilo, una decina circa, già dal mese di settembre frequentano gli istituti scolastici dell’hinterland trentino: dalle elementari alle medie, fino alle scuole superiori. L’attività ha preso vita da alcune settimane e impegna i volontari due giorni a settimana, il giovedì e il venerdì pomeriggio.
All’inizio i ragazzi erano pochi e spesso finivano per giocare fra di loro studiando poco; man mano che gli incontri passavano – siamo arrivati ormai al decimo – questi pomeriggi di doposcuola hanno ricevuto sempre più consensi. Una delle volontarie coinvolte nell’attività racconta come all’apertura si sia trovata un gruppetto di piccoli bambini, tutti con il quaderno in mano e pronti per affrontare un pomeriggio di compiti; quasi dei piccoli soldati, dice, che tenevano la spada nella mano destra, la penna, e lo scudo, il quaderno, in quella sinistra.
Da una settimana all’altra, i ragazzi mostravano interesse all’attività, tanto che alle due volontarie fisse se n’è aggiunta una terza in supporto, una mano fondamentale per la gestione dei pomeriggi. Le difficoltà non mancano, così come non mancano la forza di volontà e l’impegno che i giovani ospiti della residenza mettono per superarle. I volontari, sfruttando le loro competenze derivate dagli studi scolastici personali, si occupano già di seguire i percorsi scolastici dei ragazzi attraverso aiuto compiti, studio e ripetizioni basando il loro programma sulla promozione della lingua italiana, dei suoi stili, dei suoi usi e della conoscenza e consapevolezza della cultura del paese nel quale adesso vivono. All’attività vengono dedicati due giorni alla settimana, a seconda del percorso scolastico; i volontari sono divisi in modo tale da occuparsi esclusivamente di un canale così da poter essere più efficaci e mirati nel lavoro.
I giovani volontari, circa una decina, che hanno voluto intraprendere questo “progetto zero”, già dalla prima metà di febbraio e fino alla seconda metà di maggio saranno occupati settimanalmente nei lavori. “Progetto zero”, perché l’idea è quella di arrivare a un programma di più ampio respiro che prevede il coinvolgimento di ragazzi degli istituti scolastici trentini che, volontariamente o all’interno del programma di alternanza scuola-lavoro, ne diventino parte attiva.
Oltre all’aspetto tecnico, il progetto aiuta a stringere un forte legame fra i giovani della Cri e gli ospiti, un’amicizia ricca di scambi e conoscenza vera dell’altro, delle loro storie e delle loro esperienze. Lo spirito forte che si sente ogni volta che ci si siede al tavolo per lavorare è la voglia di imparare, di capire, di farsi tante domande e cercare di dare altrettante risposte.
Il progetto “doposcuola” è il salto di qualità dell’integrazione, dedicato alle generazioni future: un balzo culturale e umano in cui i giovani della Cri credono fermamente. (dg)