Dal volontariato al lavoro
(pubblicato sul numero tredici di “Ti scrivo”)
Intervista a Elena De Pascali, volontaria di lunga data dell’associazione, già attiva nei Pionieri del gruppo di Trento, ora venticinquenne infermiera presso l’ospedale Santa Chiara di Trento.
Elena ha venticinque anni ed è una volontaria del gruppo di Trento, attiva in Croce rossa da quando aveva quattordici anni. Racconta che quella di iscriversi in Cri è stata una scelta casuale, spinta dalla curiosità di conoscere qualcosa di cui, prima di quel momento, sapeva molto poco. Così una volta entrata nei Pionieri di allora (gruppo giovani di Croce rossa, prima che avvenisse la trasformazione nella componente unica) ha capito subito che i i principi su cui si basa da sempre l’associazione erano conformi ai suoi ideali e quindi, spinta da un forte senso di appartenenza, ha intrapreso questo meraviglioso percorso sperimentandosi in diversi ambiti e iniziative: non solo quelle proposte dai giovani, ma mettendosi in gioco come truccatrice per aggiungere realismo alla simulazioni, o come attrice durante queste ultime, nella protezione civile, nella raccolta alimenti e vestiario per i senza fissa dimora. Potremo definirla un “uragano di energia” che nella Croce rossa, afferma, ha trovato non solo una seconda casa, ma anche un validissimo modo per spendere il proprio tempo e il proprio entusiasmo. Quando è stato il momento di scegliere quale carriera intraprendere, Elena afferma di non essere stata minimamente influenzata dal volontariato nello scegliere il percorso di studi universitari in scienze infermieristiche, tuttavia li definisce «due percorsi complementari tra loro, e nettamente separati nella testa». Il merito che attribuisce alla Croce rossa è indubbiamente quello di averle dato l’opportunità di sperimentare i difficili compiti del mestiere, che vanno ben oltre gli aspetti pratici, ma, cosa più importante, riguardano gli aspetti umani di relazione, dote che non si sviluppa sui libri ma solo grazie al contatto con il prossimo. Elena, dopo la laurea in infermieristica, ha aspettato un anno prima di far riconoscere la professione all’interno del gruppo Cri, ma successivamente ha sentito la necessità di ricambiare l’immenso dono di tanti anni di volontariato e ha deciso che era arrivato il momento di portare le sue competenze nell’associazione. Ha scelto di farlo nel suo gruppo, al momento diventando delegata dell’obiettivo strategico 1 (area che si occupa di pianificare attività e progetti di assistenza sanitaria e di tutela e promozione della salute) e segnandosi con il titolo di “infermiera” nei turni di ambulanza. Come Elena, molti altri volontari hanno intrapreso una carriera in ambito sanitario, altri invece sono partiti sognando di diventare astronauti e calciatori e una volta entrati in Cri hanno reindirizzato la loro idea verso un percorso nuovo, di cui hanno iniziato a innamorarsi giorno dopo giorno, attività dopo attività.
Quello che accomuna i nostri volontari è la voglia di portare le proprie conoscenze all’interno dei gruppi, di poter svolgere le attività che li hanno visti crescere umanamente e professionalmente, con competenze maggiori da condividere con quella che tanti hanno definito una seconda casa. D’altronde è così che ci fa diventare la Croce rossa, una grande famiglia composta dalle due parti inscindibili dell’esperienza e la saggezza dei più grandi, e della novità e autenticità dei più giovani: questi, messi insieme, risultano quasi invincibili. (ampa)