Imagine, un’utopia sempre attuale
(pubblicato sul numero undici di “Ti scrivo”)
I giovani della Croce rossa alla residenza Vela per attività di sostegno dei richiedenti asilo
Era il 1971 quando un ragazzo di Liverpool cantava Imagine, una canzone emblematica che ha raggiunto rapidamente ogni angolo del pianeta e che immaginava un mondo senza divisioni né scontri tra gli esseri umani. Quel ragazzo era John Lennon, e a distanza di quasi cinquant’anni si trova la necessità di immaginare nuovamente un mondo formato da uomini, da persone e non da individui, singoli, divisi fra loro. I giovani della Croce rossa italiana del Trentino si sono posti proprio questo obiettivo: tornare a immaginare un mondo senza barriere, senza confini ideologici e mentali. Potrebbe sembrare una presunzione: cambiare il mondo è cosa difficile e impegnativa.
Tuttavia, se si esce per un attimo dall’idea di mondo in senso geografico, si scopre che esso, come noi lo intendiamo, è il tessuto di relazioni umane e sociali che caratterizzano la nostra quotidianità; questo è il mondo che si vuole cambiare, non in termini macroscopici ma con intento mirato e finalizzato alla realtà. Ci si è chiesti come iniziare: per farlo non si può prescindere dal conoscere, dal sapere cosa distoglie l’attenzione dall’uomo alla sola nazionalità, colore della pelle, credo religioso, tendenza politica. Per conoscere occorre volontà e incontro. Solo incontrandosi e scambiando opinioni e idee si riescono a capire veramente le problematiche che stanno alla base di fenomeni complicatissimi come quello dell’immigrazione.
I giovani si sono messi in gioco dando il via, nel pomeriggio di sabato 14 ottobre, a un progetto che mensilmente li vedrà impegnati presso la residenza Adige, a Trento, per attività di formazione con i giovani ospiti. La residenza accoglie prevalentemente famiglie con bambini e ragazzi di età variabile, da qualche mese di vita fino ai sedici anni.
Durante il primo incontro sono state svolte diverse attività: dall’area colore per i più piccoli a momenti di discussione in italiano per i più grandi, il tutto all’aperto in un bellissimo e soleggiato pomeriggio. Anche se si può pensare che questa sia un’attività di mero gioco, al contrario essa costituisce un piccolo tassello che, si spera, vada poi a formare quell’immagine di cui si parlava pocanzi. Quando alla fine dell’attività una volontaria fa notare come questo nuovo approccio alla sfera dei migranti le abbia regalato un pomeriggio diverso ma piacevole, l’obiettivo è doppiamente raggiunto: non solo adoperarsi per gli altri, ma anche ricevere e portare a casa esperienze ed emozioni preziose. (dg)