Ogni sabato notte, da 18 anni
Fare le notti di turno per il 112 è sempre un’incognita: a volte va bene e si riesce a riposare, mentre più spesso si corre avanti e indietro a soccorrere chi ne ha più bisogno. In queste condizioni, dormire è difficile, se non impossibile: mentre un orecchio si assopisce, l’altro è pronto a scattare in caso di chiamata. Si dice che non è certo come essere a casa nel proprio letto. Tuttavia quando le cose si fanno col cuore tutto ha un sapore più piacevole e profondo, la sede diventa una seconda casa, e i colleghi di turno vivaci coinquilini. Qui, in questo sabato sera come negli ultimi 18 anni, il cuore ce lo mettiamo davvero. Buona notte, Lavis. (apa)