Workshop Cbrn 2017
(pubblicato sul numero undici di “Ti scrivo”)
A Marco di Rovereto si progetta il futuro della decontaminazione
Archiviato il “Workshop Cbrn 2017”, che dal 20 al 25 ottobre ha chiamato a raccolta a Marco di Rovereto i massimi esperti di Croce rossa provenienti dai paesi più avanzati nelle tecniche di intervento in caso di rischio di contaminazione nucleare, biologica, chimica e radiologica, è ora tempo di fare un bilancio sull’esperienza che al campo di addestramento della protezione civile ha visto protagonisti tanti volontari della nostra provincia: il Nucleo Nbcr del Trentino, in primo luogo, ma anche truccatori, simulatori e il Nucleo cucine. A tirare le somme è Sergio Bonadio, Referente nazionale per i soccorsi Nbcr.
Si è trattato di una esperienza oltremodo positiva – riferisce Bonadio – che ha messo in luce la preparazione dei nostri volontari e la validità dei protocolli che come Croce rossa italiana utilizziamo a livello nazionale per gli interventi in ambito civile.
Oltre alla soddisfazione per aver ospitato in Trentino questo workshop di rilevanza mondiale…
La scelta di affidare all’Italia il compito di organizzare l’evento è una conferma di quanto riportato nella pubblicazione “Operational Plan & Budget 2016 CBRN Emergency preparedness” dell’Ifrc, Federazione Internazionale delle società di Croce rossa e Mezzaluna rossa, che indica la Croce rossa italiana come la Società nazionale con il più alto livello di preparazione e risposta in caso di eventi rientranti nella casistica Nbcr. Che poi la Cri abbia deciso di affidare al Trentino, che è sede del Centro nazionale di formazione Nbcr, l’organizzazione dell’evento, è un ulteriore motivo di orgoglio.
Dopo la dimostrazione pratica dove è stato simulato il rischio chimico, i lavori sono proseguiti a porte chiuse, quali argomenti sono stati affrontati?
Abbiamo lavorato su quattro tavoli, attorno ai quali si sono alternati a rotazione gli esperti internazionali che, ricordo, sono arrivati da Giappone, Iran, Istraele, Germania e Austria, oltre agli esperti della Federazione e del Comitato internazionale di Croce rossa e, last but not least, noi italiani. Il tema Nbcr è stato affrontato in ogni sua sfaccettatura, dall’organizzazione della formazione e relativi livelli di competenza alle differenze che caratterizzano preparazione e operatività delle singole Società nazionali, dalle procedure di attivazione a livello internazionale ai dispositivi di protezione individuale e ai requisiti fisici richiesti agli operatori.
Qual è stata la risposta degli ospiti internazionali?
Hanno dimostrato grande apprezzamento per il nostro lavoro, sia per l’organizzazione del workshop ma anche e soprattutto per il livello di preparazione e di competenza raggiunto da noi italiani. In tutta onestà devo però dire che quasi tutte le Società nazionali più evolute in campo Nbcr (o Cbrn se vogliamo utilizzare l’accezione internazionale) si muovono oramai, entro certi limiti, in un’unica direzione.
Cosa rimane di questa esperienza?
In primo luogo gli atti del workshop, materiale preziosissimo che costituirà la base di lavoro per il prossimo appuntamento, nel 2018, in data e luogo ancora da stabilire. In quella sede verranno portati a conclusione i lavori avviati a Marco di Rovereto e verrà prodotto un documento finale da presentare alla Federazione internazionale di Croce rossa. Documento che dovrà ispirare nuove linee guida e protocolli da adottare unitariamente in campo internazionale.
Intanto in Italia e in Trentino la formazione continua
Certamente, il prossimo impegno è già fissato, dall’11 al 16 novembre al campo di addestramento della Provincia autonoma di Trento, a Marco di Rovereto, con un corso di formazione per operatori Nbcr organizzato dal Centro nazionale di formazione per conto del Comitato regionale Cri del Piemonte con posti disponibili anche per i volontari del Trentino interessati a prenderne parte. (gip)