Se bevo non guido! Ma allora chi mi riporta a casa stasera?
(pubblicato sul numero dieci di “Ti scrivo”)
“Chi guida questa sera?” “Ah, guida Anne, tanto lei non beve”…
Che sia così semplice o che richieda espedienti più elaborati (dalla persuasione allo scazzottamento), non c’è modo migliore per cominciare quella che sarà, o potrebbe diventare, una “serata alcolica”.
L’immaginazione corre subito a un gruppo di giovani intento a scolarsi qualche superalcolico, ma la soglia di pericolo è da ricercarsi in casi molto più familiari.
Per fare un esempio, due lattine di birra non basteranno certo ad intimidire un uomo di 70 kg; sono più che sufficienti invece per far eccedere il limite della concentrazione alcolica presente nel suo sangue.
Fortunatamente la situazione della consapevolezza sta migliorando e sono sempre di più le persone che incaricano un “guidatore designato”, o le manifestazioni considerate “sensibili”, per cui vengono previsti appositi pullman.
Una consapevolezza che è auspicabile continui a crescere e che deve essere trasmessa anche ai giovani, tra i quali preoccupano nuove tendenze. Un esempio? Il binge drinking, moda d’oltre Manica, ormai importata anche nel nostro paese, che consiste nell’assunzione di molte porzioni di alcolici in un breve lasso di tempo, con la finalità dichiarata di perdere il controllo.
La questione viene affrontata al meglio dai nostri giovani di Croce rossa grazie al rapporto privilegiato che riescono ad instaurare con i loro coetanei. Tra le loro attività troviamo quelle per la promozione della guida sicura, proposte in varie forme: dalla dimensione formativa del quiz, a quella pratica all’etilometro fino a quella, per alcuni versi ludica, che prevede l’uso di strumenti ottici atti a simulare lo stato di ebbrezza.
D’altro canto dobbiamo constatare il lato positivo della medaglia: da questa breve analisi emerge che non è necessario privarsi del gusto delle bevande alcoliche, a patto che la loro assunzione avvenga con rigore e consapevolezza.
In fondo siamo l’Italia, paese del vino, e siamo anche Trentini, abitanti di terre di vigneti, le quali fin dai tempi romani hanno ricevuto le lodi per la somma bevanda retica.
Anche su questo deve essere basata l’educazione dei giovani: sulla storia e la tradizione che stanno dietro a un semplice bicchiere di vino, argomenti non mirati al proibizionismo, ma all’assunzione di una coscienza che non può che renderne il gusto ancora più piacevole.
In una sua lezione, il noto fisico americano Richard Feynman, disse, citando un poeta, che “l’intero universo è in un bicchiere di vino”.
Quindi, la prossima volta che osserverete un bicchiere pieno, che lo guardiate con gli occhi di un filosofo, poeta, fisico, o semplicemente coi vostri, ricordatevi di cosa avete davanti, però ricordate: poi non dovete guidare! (gb)