Una semplice fontana, uno specchio del mondo
(pubblicato sul numero nove di “Ti scrivo”)
Estate tempo di mare e di barca ebbene, c’è chi naviga per piacere cullato dalle sinuose onde del nostro bellissimo mare italiano e chi, invece, affronta un viaggio un poco più turbolento dove purtroppo le partenze nel periodo estivo si fanno sempre più frequenti. Compagnie di navigazione scellerate sfruttano e torturano i loro futuri “clienti” affinché si possano pagare il viaggi, un viaggio per il quale offrono se stessi e la loro vita, il loro futuro. Come spiegare e informare la popolazione su questa tragica deportazione che purtroppo ricalca in pieno i caratteri e i modi di ciò che meno di un secolo fa attanagliava l’Europa e il mondo? Ecco che l’occidente e nuovamente chiamato a rispondere ad una crisi umanitaria di proporzioni enormi che deve essere tamponata e risolta e quindi Croce Rossa nuovamente è in prima linea non solo sulle navi della Marina Militari e nei porti ma anche sul territorio per spiegare e informare cosa sta succedendo e spazzare via la disinformazione che dilaga nella società. Un’idea originale e davvero innovativa la hanno avuta i volontari del Comitato Altipiani che in occasione di una ormai consueta festa di borgata dal titolo Notte Bianca, alla quale hanno partecipato davvero moltissime persone, turisti e cittadini di paesi vicini, hanno sfruttato una antica fontana del paese riproponendo le rotte dei barconi della speranza. La fontana del paese che è simbolo della tradizione del territorio dove le donne del paese si recavano per fare il bucato, dove l’intera cittadinanza si ritrovava, ecco che diventa porto sicuro per le numerosissime barchette, fatte in carta dai volontari stessi. Sulle sponde della fontana sono stati riproposti i cinque continenti, mentre nell’acqua sono state poste le barchette in navigazione verso porti sicuri, verso terre che possono dare accoglienza e integrazione. Il bellissimo parallelismo fra la fontana, la tradizione, le barche e il futuro sta proprio a simboleggiare come il paese nonostante rimanga giustamente attaccato e custode delle tradizioni, della cultura e dei costumi, si può arricchire conoscendo nuovi elementi portati proprio da queste barche simbolo di novità e futuro che deve compenetrarsi con l’identità culturale e non esserne in conflitto. La crisi umanitaria alla quale sono chiamati tutti a fare fronte richiede una certa apertura anche a ciò che è diverso; questo infatti non è sinonimo di male, sporco e delinquenza, certo il buono e il cattivo c’è in ogni nazione ma etichettare un popolo in fuga vuol dire scolpire sugli animi una croce gialla che anche qualche anno fa segnava tutti coloro che arbitrariamente non andavano bene. Il progetto proposto dai volontari della Croce Rossa Altipiani mira proprio a togliere, cancellare qualsiasi etichetta e a guardare con speranza al futuro. Solo in un contesto collettivo, anche e talvolta con altre popolazioni, può risultare la formula corretta per risolvere tanti problemi che in questo millennio stanno davvero emergendo evidenti e ai quali occorre fare fronte comune, un fronte di donne e uomini del mondo, per affrontarli. (dg)