Simulare per apprendere
Sensazioni, paure ed emozioni per l’esercitazione congiunta con i vigili del fuoco
(pubblicato sul numero otto di “Ti scrivo”)
Sono i primi di luglio quando decido di dare la mia disponibilità per partecipare a una esercitazione di soccorso organizzata in collaborazione con i vigili del fuoco volontari di Lavis. Sarà la prima volta per me e per altri tre volontari tirocinanti. Eccomi dunque nella serata del 19 luglio, seduta in ambulanza ad aspettare la chiamata della centrale operativa, “interpretata” per l’occasione da Nicola, uno degli istruttori del gruppo, che ci dovrebbe dirigere verso il luogo di un incidente stradale simulato.
“È solo una esercitazione, è solo una esercitazione, è solo una esercitazione…”. Me lo ripeto come un mantra mentre aspetto. Eppure se mi misurassero la frequenza cardiaca o la pressione arteriosa sarei decisamente sopra i valori normali. Adriano, il leader nostro dell’equipaggio, e Federico sono concentrati quanto me. Dietro di noi sosta il secondo equipaggio che prenderà parte alla serata: Ketty, Monica e Memo. Non sappiamo cosa ci aspetta, quante macchine saranno coinvolte, quanti i feriti ma, anche se siamo consapevoli che la scena è costruita, che nessuno è veramente ferito o in pericolo di vita, siamo anche consapevoli che questa è un’occasione importante per testare la nostra preparazione, i nostri tempi di reazione, la nostra capacità di lavorare in squadra, di cooperare con un corpo di volontari diverso dal nostro, di imparare e, soprattutto, di essere sempre consci del ruolo che svolgiamo.
Ecco che la radio emette il segnale di chiamata. Ci comunicano il luogo, accendiamo le sirene e partiamo. La scena che si presenta è di due macchine cappottate con all’interno due feriti. C’è fumo che sale da una delle vetture e vetri rotti tutto intorno. Insieme al fumo se ne va anche la nostra agitazione. Adesso siamo concentrati, analizziamo la scena e cerchiamo di capire la dinamica. Arrivano i vigili del fuoco volontari di Lavis. Ci muoviamo insieme attorno alle macchine; loro competenti, eccezionali nel permetterci di operare in sicurezza e nel capire cosa ci serve per assistere i feriti. Rendono sicure le vetture, spengono un principio di incendio, operano con le pinze idrauliche. In questo modo riusciamo ad avvicinarci ai feriti entrando nelle macchine e possiamo cominciare le procedure di soccorso ed estrazione.
Il pubblico che ci guarda è silenzioso ma noi quasi non ci accorgiamo della sua presenza. I leader degli equipaggi coordinano le mosse da compiere e dopo poco più di mezz’ora i pazienti sono estratti e portati in salvo. Non è stato facile sotto molti punti di vista. Alcune procedure che finora avevo provato solo in aula e senza difficoltà sono più complicate da applicare all’interno di un veicolo che è sottosopra. I pericoli che si possono correre sono più evidenti e allertano i sensi. Assistere psicologicamente la persona ferita, darle conforto e sicurezza, proteggerla da altri danni secondari è impegnativo.
Il segnale di fine è seguito da un applauso. Non solo per noi che abbiamo fatto parte degli equipaggi. Non solo per i vigili del fuoco che ci hanno supportato. Ma anche e soprattutto per le persone che hanno partecipato e organizzato la serata: le due simulatrici che hanno interpretato le donne ferite e coinvolte nell’incidente, i truccatori, gli istruttori Nicola e Sergio, i fotografi, il proprietario della carrozzeria Refatti dove la scena è stata allestita e tutti i volontari, amici e parenti che hanno dedicato una serata a darci supporto.
Una riflessione conclude questo articolo: le simulazioni sono importanti perché hanno il pregio di introdurre direttamente il volontario in un ambiente che riproduce più o meno fedelmente la realtà: si agisce con il corpo e con le emozioni, si apprende e si condividono conoscenze. Le simulazioni permettono di avvicinarsi a situazioni poco note o mai viste con un coinvolgimento emotivo sicuramente diverso, permettendo anche di programmare e sperimentare direttamente gli interventi futuri. Dato che siamo certi dell’estrema importanza della formazione specifica nei vari campi del soccorso in emergenza-urgenza, dove tutto si svolge in pochi minuti e dove viene richiesta la massima professionalità, conoscenze specifiche, grande manualità operativa e schemi comportamentali certi che permettono di eseguire manovre complesse, rivolgo un sentito grazie a chi ha organizzato e gestito questa serata che per me, e penso per tutti noi che abbiamo partecipato in qualche forma, è stata una importante occasione di crescita. (mr)