Il gruppo giovani e l’avventura di Solferino
(pubblicato sul numero sette di “Ti scrivo”)
Se è vero che quel che conta davvero in un viaggio è il viaggio stesso e non la meta, e che imprevisti e peripezie possono renderlo più interessante… be’, possiamo affermare che quella dei giovani “crocerossini” trentini è stata una grande avventura, fin dal principio dell’organizzazione. Se poi aggiungiamo che la destinazione era l’incubatrice ideologica di Croce Rossa, Solferino, illuminata nella notte del 24 giugno da migliaia di fiaccole, non ci resta che raccontare le memorie di un viaggio straordinario.
Prima di partire: How to organizzare un viaggio
Già dal principio si è notato che il tutto non sarebbe stato semplice; alle difficoltà della preparazione di una trasferta si sono infatti aggiunte quelle legate all’introduzione di una nuova proposta, come di fatto questa è stata. Telefona qui, prenota questo… cosa bisogna prenotare? Posti nel campo, fiaccole, … Quanti sono i partecipanti? 14… Tutte apparenti certezze fino ad un certo punto, prima che tutto cambiasse: “Come sarebbe a dire che non ci sono più posti?”.
Un errore burocratico che rischiava di far saltare tutto, quando è intervenuto in nostro soccorso Paolo Soave, direttore amministrativo del comitato di Trento, che si è gentilmente offerto di ospitarci nei suoi latifondi (e di diventare nostro chauffeur).
Non ci restava che partire.
Giorno 1 – bivaccando in un prato
Scopo del viaggio, oltre alla partecipazione alla fiaccolata, era quello di consolidare i rapporti fra giovani provenienti da varie unità territoriali e quindi ravvivarne l’iniziativa attraverso il confronto tra realtà differenti. La prima parte della giornata è stata per questo dedicata ad attività di team-building svolte in un vasto prato.
All’ora stabilita, (quasi) tutti presenti, capitanati da Cristina Zandonai (Cri), Alessandra C. (Camma) e Camilla D. (Cami) siamo saliti sul Flixbus, destinazione: Peschiera del Garda.
Una volta rimpianta l’aria condizionata abbiamo preso il nostro puntualissimo mezzo targato CRI e siamo giunti alla tanto agognata sistemazione.
Niente campo, perciò, ma campi di pannocchie, con tanto di capannone coperto per la notte, ripiego che presto si è dimostrato felice, date le notizie che ci giungevano dal campo di grossi problemi causati dalle alte temperature.
In serata ci siamo dedicati a una tranquilla visita degli angoli di Solferino dedicati a Croce Rossa: Soave ci ha condotti fin sù al Memoriale, una piccola piazza quadrata accessibile tramite un lungo viale alberato suggestivamente illuminato. Qui abbiamo ammirato una massiccia statua celebrante la versatilità di Croce Rossa e una parete tappezzata di lapidi, ciascuna voluta dalla società nazionale di cui porta il nome.
Domani da qui partirà la fiaccolata.
Giorno 2 – correndo e fiaccolando
L’euforia sprizzava nell’aria; dopo una notte di scarso riposo ci siamo recati in centro e acquistata la cena (precedentemente allertati della voracità dei partecipanti) abbiamo volto il passo verso la rocca di Solferino, presso la quale si trova un parco.
Lì abbiamo svolto alcune attività appartenenti ad ambiti diversi del mondo giovani in Croce Rossa, come l’operatore alla pace, salute o riduzione dei rischi, così da spronare i volontari provenienti da diversi ambienti a comprendere quanti argomenti il giovane può toccare nella nostra associazione.
Nel frattempo uno di noi, definito folle dai più, sfruttando il passaggio di un’auto medica, ha raggiunto Castiglione delle Stiviere, coronando il suo sogno di correre la “corsa di avvicinamento” che precede la fiaccolata descrivendone il percorso inverso; ma questa è un’altra storia.
Giunta l’ora di partenza, ci siamo incamminati muniti di torcia e spirito d’unità (forse i canti esplosi animatamente nel corso della fiaccolata ne sono manifestazione).
Impagabile – proprio – questo senso di unità e, ammettiamolo, d’orgoglio che pervade l’animo nel vedere una distesa tanto vasta di luccicanti fiammelle, visione che lungo il percorso si è più volte manifestata ai nostri emozionati occhi.
Inutile dirlo: eravamo talmente stanchi che avremmo dormito persino sul cemento e, in effetti, così è stato.
Giorno 3 – ritorno alle origini
Poco da descrivere dell’ultimo giorno, se non lo scivolone del tempo atmosferico che con le sue copiose piogge ci ha fatto apprezzare la grazia ricevuta nei giorni addietro.
In sintesi un viaggio emozionante, divertente e di estremo valore, non solo dal punto di vista celebrativo, ma anche per la formazione che ha dato a noi giovani, pronti a svolgere entusiasticamente il nostro ruolo in Croce Rossa: non solo imparare divertendosi, ma divulgare divertendosi e divertendo. (gb)