Centotrenta volontari e trenta automezzi
(pubblicato sullo speciale Tuttincampo per #ValSusa2017)
Tecniche e protocolli di protezione civile seguono regole ben precise, rigide e ben definite dal nord al sud. Una uniformità di vitale importanza affinché soccorritori provenienti da zone differenti possano interagire in piena operatività senza creare ostacoli alla catena dei soccorsi. Determinante, quindi, preparare i volontari destinati ad operare in emergenza organizzando frequenti simulazioni presso i singoli gruppi di Croce Rossa sparsi sul territorio italiano, e altrettanto frequenti momenti di incontro e formazione tra le strutture di protezione civile delle singole regioni.
In quest’ottica, il Comitato provinciale di Trento della Croce rossa italiana promuove annualmente una esercitazione extra-provinciale di protezione civile; dopo la Liguria lo scorso anno, e prima ancora Sardegna, Friuli etc., quest’anno la scelta è caduta sul Piemonte, e più precisamente su Bussoleno, località della Val di Susa dove opera un vivace comitato di Croce rossa. La proposta è stata accolta con entusiasmo dai colleghi di Susa e un primo viaggio esplorativo ha confermato la bontà della scelta, sia dal punto di vista della disponibilità dei volontari local, sia da quello logistico. La presenza di un vasto areale ferroviario, di un lago e di una zona montuosa si è rivelato territorio perfettamente adatto per poter coinvolgere nelle esercitazioni il nucleo Nbcr (operatori addestrati per l’intervento su emergenze di carattere nucleare, biologico, chimico e radiologico), gli Opsa (operatori polivalenti per i soccorso in acqua), e le unità cinofile da ricerca.
Partenza fissata prima dell’alba del primo giugno, appuntamento alle 3.15 sul piazzale del palasport di Trento dove si è formata la colonna degli automezzi leggeri. Alle 4 in punto partenza, in direzione Torino, via Brescia-Piacenza-Asti, e Bussoleno. A pochi chilometri dalla meta i mezzi leggeri si sono accodati alla colonna di quelli pesanti, partiti da Trento in anticipo. E così, allo svincolo autostradale, con la polizia stradale che ha bloccato il traffico per consentire il passaggio del “serpentone” lungo un chilometro, sono sfilati i trenta automezzi con a bordo centotrenta volontari.
Alle 10 volontari e mezzi hanno invaso la piazza del mercato di Bussoleno; tre ore dopo, le tende alloggio e il grande tendone mensa erano già operativi e la cucina iniziava a distribuire il primo pasto. Nemmeno un’ora di pausa e via per un momento formativo con un ripasso delle procedure sulle maxi-emergenze e sul Posto medico avanzato.
Venerdì due esercitazioni “di riscaldamento”, in riva al lago con l’impiego di Opsa, Nbcr e Pma, sulle pendici montuose con Pma e Unità cinofile da ricerca. Sabato, l’esercitazione centrale, sull’areale ferroviario, dove è stato simulato un malore generale che ha colpito una ventina di passeggeri, tra cui un disabile in carrozzina, dopo una sosta prolungata sotto il sole. L’ipotesi che il malessere potesse essere stato causato dalla fuoriuscita di un qualsivoglia elemento nocivo ha determinato la richiesta di intervento del nucleo Nbcr.
Alla presenza di dirigenti di Rfi (Rete ferroviaria italiana) e dei pompieri del luogo nel ruolo di osservatori, con i loro mezzi allineati in pronta partenza, e con la collaborazione della polizia locale che ha regolato il traffico stradale agevolando flusso e deflusso di automezzi, e della polizia di stato, attorno alle 9 è cominciata l’invasione dell’area prescelta per i lavori preparatori: strutture Nbcr, truccatori e simulatori per predisporre le venti “vittime” da posizionare all’interno del convoglio precedentemente fatto posizionare da Rfi su un binario morto. Poco dopo, il via ufficiale all’esercitazione, con la segnalazione alla centrale operativa della maxi-emergenza, con l’invio della prima macchina per il sopralluogo e l’organizzazione dell’intervento, l’arrivo del Pma.
Le singole fasi si sono succedute secondo un protocollo ben noto a tutti i soccorritori e le operazioni si sono sviluppate e concluse senza intoppi, grazie anche e soprattutto all’importante lavoro di aggiornamento e addestramento che sta a monte dell’intervento di ogni soccorritore della Croce rossa italiana, in qualunque ambito si trovi a dover operare.
Nel debriefing conclusivo è stata sottolineata con generale soddisfazione la buona prova fornita da tutti i partecipanti, ma il confronto è servito anche ad acquisire nuove indicazioni sulle quali poter lavorare per migliorare ulteriormente l’operatività delle squadre. (gip)