Scosse e vibrazioni sismiche in totale sicurezza: quando simulare può essere utile
(pubblicato sul numero cinque di “Ti scrivo”)
Il rombo cresce, il pavimento inizia a tremare, dal soffitto piovono frammenti bianchi: per una volta, non è una tragedia. Siamo semplicemente saliti sulla piattaforma che simula i terremoti, uno strumento tanto utile quanto interessante in dotazione alla Croce rossa. Ideata, progettata e costruita da un volontario del gruppo di Lavis, Adriano Ficarra, oggi viene usata sia a fini informativi/educativi sia per l’addestramento dei soccorritori.
Adriano, come è nata l’idea di costruire la piattaforma?
L’idea in sé è figlia delle esperienze vissute dai volontari dopo i terremoti de L’Aquila e dell’Emilia. Ci siamo resi conto che nel nostro addestramento ci sono simulazioni di ogni tipo, ma nessuna legata al terremoto. Viviamo in una zona scarsamente sismica, ma all’occorrenza operiamo su tutto il territorio nazionale ed è importante conoscere anche i fenomeni tellurici.
Come è stata costruita la piattaforma?
Il progetto, la costruzione e la verifica del funzionamento sono il frutto di una collaborazione tra me e Fulvio Bolfelli, una persona generosa e disponibile, da sempre sostenitore di Croce rossa pur senza esserne volontario. Nelle nostre due officine abbiamo assemblato i vari pezzi, provato e riprovato gli incastri della struttura, calcolato le dimensioni che permettessero a una trentina di persone di salirci comodamente, studiato il sistema per mettere in vibrazione il tutto in modo controllato e sicuro. La struttura doveva essere collegata ad un motore in grado di trasmettere forti vibrazioni e inizialmente ci siamo orientati verso i motori, presenti ad esempio in edilizia, studiati appositamente per far vibrare grandi strutture, come quelli usati per far scendere il cemento dai silos di stoccaggio. La vibrazione data da questo motore, tuttavia, è risultata troppo veloce e piccola, con un effetto ben diverso da quello dell’onda sismica. Abbiamo così spostato la nostra attenzione verso un motore molto più potente: aggiungendovi uno speciale apparato chiamato inverter, abbiamo potuto tradurre il movimento scoppiettante del motore in onde orizzontali in grado di far ondeggiare l’intera piattaforma. Più giri fa il motore, più forte è la scossa prodotta sulla piattaforma. Il tocco di realismo finale è dato dalla riproduzione di una registrazione audio incisa durante una scossa in Abruzzo: si sentono le campane di una chiesa che suonano perché messe in vibrazione dal sisma, un cane che abbaia in lontananza e l’inconfondibile rombo che precede e accompagna il terremoto. L’accompagnamento sonoro rende altamente coinvolgente l’esperienza simulata.
Questo percorso ha portato al risultato che potremo vedere al Cri day di Pergine Valsugana del prossimo 13 maggio. I volontari incaricati di gestire la piattaforma assemblano la struttura base in ferro, inseriscono i pannelli in legno e posizionano un gazebo sulla pedana. Al suo interno vengono sistemati banchi e sedie per riprodurre un’aula scolastica: l’obiettivo è quello di far sentire a proprio agio i bambini, inserendoli in un ambiente a loro noto, e spiegare le regole base di protezione individuale in caso di scossa. Una volta impartite le nozioni teoriche, dall’esterno un altro volontario mette in funzione il motore e accende la registrazione audio: all’aumentare dell’intensità della scossa aumenta anche il volume, così la simulazione diventa estremamente realistica. All’interno del gazebo i bambini schizzano sotto i banchi appena avvertono la vibrazione e lì restano finché non è terminata, mentre dal soffitto cadono i pezzi di polistirolo appoggiati precedentemente dai volontari, per simulare la caduta di calcinacci.
L’esperienza ha scopo educativo, sia per i più piccoli sia per gli adulti: nessuno si augura di sperimentare una scossa vera, ma caso mai dovesse accadere, quanto vissuto e imparato sulla piattaforma tornerà sicuramente utile. (af)