Museo internazionale di Croce rossa: com’è nata l’idea che non c’era
(pubblicato sul numero quattro di “Ti scrivo”)
Il Museo internazionale di Croce rossa è una meta interessante per una gita fuori porta. Imboccate la valle dell’Adige verso sud e seguite le indicazioni per Castiglione delle Stiviere. Sì, avete letto bene: il museo è a Castiglione, non a Solferino. È sempre così: quando pensiamo alla nascita di Croce rossa il primo paese che ci viene in mente è Solferino. Lì, il 24 giugno 1859, si è svolta la sanguinosa battaglia che nel nostro bagaglio culturale segna la nascita di Croce rossa. Sarebbe un torto, tuttavia, relegare in secondo piano la vicina Castiglione delle Stiviere: perché se è senz’altro vero che la tremenda battaglia si è svolta a Solferino (e a San Martino), è altrettanto vero che l’idea di soccorso come lo intendiamo oggi è nata a Castiglione. In questa cittadina Dunant ha trascorso la notte successiva alla battaglia, nella speranza di riuscire a incontrare Napoleone III per motivi d’affari. Al mattino, il lamento incessante che arriva dalla strada lo costringe ad affacciarsi al balcone della propria stanza: 9000 feriti coricati lungo le strade, nelle chiese, nelle case private chiedono aiuto. E gli abitanti di Castiglione non lo negano a nessuno, a prescindere dai colori della giubba militare. L’unica cosa che conta, in quel frangente, è soccorrere. Vi suona familiare, vero? Quanto accade dopo è storia nota: Dunant partecipa attivamente ai soccorsi, fa tesoro di quell’esperienza e la diffonde in tutta Europa, riuscendo nell’impresa di creare in tempo di pace “società di soccorso composte da volontari generosi e opportunamente qualificati per portare aiuto ai feriti in tempo di guerra”.
Il Museo internazionale di Croce rossa mantiene vivo il ricordo di come tutto è cominciato: durante la visita potrete osservare fotografie, documenti, materiale chirurgico, barelle e attrezzatura da campo, che ben rappresentano l’attività di soccorso degli ultimi 150 anni. Tra pochi giorni sarà inaugurata anche una biblioteca al secondo piano del museo, dedicata al Risorgimento italiano, alla storia di Croce rossa e al Diritto internazionale umanitario. Tuttavia, con il massimo rispetto per i documenti e il materiale storico conservati, l’impressione è che la grandezza di questo Museo non risieda nella sua esposizione, ma nel messaggio che conserva e tramanda: solidarietà e fratellanza. Quello stesso messaggio che gli abitanti di Castiglione hanno saputo trasmettere a Henry Dunant. Se sarete fortunati, la vostra visita inizierà con il racconto di come tutto è cominciato, dalla voce del conservatore del Museo Giuseppe Barrile (Peppe per gli amici volontari). L’accuratezza di particolari e di collegamenti storico-culturali che caratterizza la presentazione di Peppe vi farà dimenticare in un batter d’occhio le noiose lezioni scolastiche sul Risorgimento. Vi appassionerete al momento storico, immedesimandovi negli abitanti di Castiglione, sentirete le radici della vostra “divisa” ritrovare la fertile terra natia. I fatti raccontati tante volte dai vostri istruttori di Diritto internazionale umanitario prenderanno vita e senza nemmeno rendervene conto vi ritroverete sul famoso balcone, accanto a Dunant, di fronte ai 9000 feriti, con l’impulso irrefrenabile di scendere in strada ad aiutarli. Slancio che nasce spontaneamente in ciascuno di noi, oggi che la Croce rossa è una realtà internazionale, ma decisamente rivoluzionario per Dunant. Quando si è affacciato al balcone, quella mattina del 25 giugno 1859, aveva davanti a sé almeno tre alternative: rientrare nella sua stanza e chiudere la finestra sull’Umanità sotto di lui che chiedeva aiuto; offrirsi di aiutare nell’emergenza, per poi tornare alla propria quotidianità, lontano dalla sofferenza e dal massacro; oppure attivarsi in prima persona e cambiare il modo di pensare il soccorso: non più un privilegio, ma un diritto. Grazie Henry, ottima scelta! (af)