L’uomo nero ha la pelle bianca
(pubblicato sul numero tre di “Ti scrivo”)
Chi ha paura dell’Uomo nero? Nessuno, si rispondeva in coro da bambini, salvo poi fuggire per non cadere nelle grinfie di chi, nel gioco, interpretava la parte del malvagio. Crescendo abbiamo capito che il nero non era riferito al colore della pelle, ma allo sporco dell’anima. Come quella dei signori della guerra e dei mercanti d’armi che alimentano conflitti in ogni parte del mondo, di chi cerca il successo con una politica razzista e xenofoba, di chi si volta dall’altra parte di fronte ai genocidi, di chi alza i muri invece di abbatterli. E l’uomo nero, purtroppo, ha quasi sempre la pelle bianca. Ma, fortunatamente, ci sono immagini che alimentano la nostra speranza in un mondo migliore. Come quelle dei medici e degli operatori sanitari che portano aiuto in condizioni impossibili nelle zone di conflitto e quelle degli abitanti di Lampedusa che ad ogni sbarco corrono in riva al mare con coperte, vestiti e generi alimentari per dare conforto ai migranti sopravvissuti alla terribile traversata. Quelle dei tanti volontari con una croce rossa sulla divisa e nel cuore, sempre presenti accanto ai vulnerabili, ai quali dedichiamo l’articolo di apertura di questo numero di “Ti scrivo”. (gip)