Io e Anne
(pubblicato sul numero tre di “Ti scrivo”)
Molti volontari sono sposati, alcuni fidanzati, altri si arrangiano in altro modo. Solo una piccola elite si avvale delle bambole gonfiabili.
Analizzando oggettivamente la situazione, il manichino ha molti vantaggi rispetto a un eventuale partner: non parla, non russa, non vuole essere portato/a fuori, non tradirà mai (questo punto è opinabile), ma soprattutto si vede nei veri momenti di necessità.
Anche CRI Lavis possiede la sua bambola, per la verità più di una, per chi ama la pluralità, non strettamente a scopo sessuale. Certamente è una bambola da amare e senza dubbio siamo ricambiati. Di cosa può essere simbolo, il fatto che ogni volta che vi vedete sia quasi sempre nuda, stesa per terra in posa invitante e le si arrestino persino il respiro ed il circolo, se non d’amore incondizionato?
Per chi non lo avesse capito, si sta parlando della bambola più chiacchierata della Croce Rossa di Lavis, Anne. Tutti noi le abbiamo dato almeno due colpi, possibilmente cinque interscapolari seguiti da cinque compressioni addominali, abbiamo guardato il suo morbido petto alzarsi e abbassarsi ritmicamente, disperatamente abbiamo cercato di sentire sulla nostra umile guancia il suo respiro di rosa. Ne abbiamo compresso vigorosamente il petto di seta (made in Norway) al ritmo di 100 volte al minuto, fino a che non avesse ripreso le sue funzioni vitali, non fosse arrivato personale più addestrato o non fossimo crollati sulla nostra amata Anne per la fatica. Chi di noi può dirsi volontario senza aver fatto tutto ciò?
Anne! Anne! Il sogno bollente di ogni membro CRI almeno una volta nella sua carriera, sempre così disponibile e aperta con ogni nuovo aspirante. Così generosa da non sottrarsi mai ad un GAS o RCP. Una bambola veramente umana, veramente imparziale e neutrale. (lpi)