News dal campo
Ieri siamo stati al COAR per una riunione di coordinamento tra tutti gli attori che lavorano sul territorio per assistere la popolazione. Il momento è difficile perché, nonostante stiano arrivando container e casette dove alloggiare le famiglie, moltissimi non riescono più a fidarsi delle istituzioni ed è molto difficile riuscire a dare speranza alle persone con cui si chiacchiera qui al campo. Persone che hanno perso la casa, sacrificio di weekend passati a fare il secondo lavoro per potersi concedere dei sogni, come la signora Maria Pia. Oppure Maria che proprio stasera mi ha raccontato che dal 30 ottobre non è ancora riuscita a piangere nonostante il dolore che la lacera dentro perché non vuole dare dispiacere al marito malato. “Non ci sono stati morti ma questa cosa ci ha fatto morire dentro”, mi dice. Gianni, invece, sta nella roulotte a fianco alla nostra tenda e l’ha anche addobbata con le luci di Natale. Asso, il suo cane (si chiama così perché ha una macchia rossa a forma di cuore sulla schiena) ci saluta sempre felice: sa che gli portiamo sempre qualche avanzo.
I paesini e i borghi qui sopra il campo sono perle di bellezza ma sono vuoti e desolati, magari minacciati da pezzi di montagna che incombono e che il terremoto ha spostato. Ieri sera verso mezzanotte si è sentito un colpo fortissimo come se all’improvviso si fosse alzato il vento. Poi il silenzio. È stata l’ennesima scossa, una delle tante che continuano a dilaniare territorio e vite di queste persone.
Spiace non avere il tempo di stare più vicino a queste persone e ascoltarle, ma per garantire i pasti e l’approvvigionamento alla cucina il lavoro è tanto. Per fortuna la squadra funziona al meglio e la sera, quando tutto è stato pulito e nelle roulotte gli abitanti dormono, troviamo il tempo di stare insieme e scaricarci un po’ della fatica.
Nel pomeriggio i pompieri ci hanno accompagnato nella zona rossa di Norcia ma ci hanno chiesto, per rispetto, di non pubblicare le immagini che abbiamo ripreso. La cittadina è devastata, chiese e tesori distrutti, gatti che sono scappati durante la scossa ancora girano impauriti, non si sente un rumore, una città fantasma. (ab)
Grazie Alberto per la tua passione e x la tua grande umanità che qui sul campo ci mostri in ogni tua attività