A Camerino
(pubblicato sul numero zero di “Ti scrivo”)
Sette giorni al campo allestito per le popolazioni colpite dal terremoto, dalla viva voce dei volontari di Lavis
Durante l’ultima settimana di novembre alcuni volontari del gruppo sono partiti alla volta di Camerino, presso il campo di accoglienza della Croce Rossa a sostegno della popolazione terremotata. Alcuni di noi avevano già vissuto altre emergenze, per altri invece è stata la prima esperienza: sicuramente una settimana intensa che non dimenticheremo mai e che ci ha permesso di vivere da vicino la situazione dopo il sisma.
Attualmente sono ospitate al campo più di cento persone che dormono all’interno del palazzetto sportivo, e viene erogato un servizio pasti che riesce a “sfornare” circa 1000 pasti al giorno. Gli utenti sono le persone ospitate al palazzetto, i residenti nel comune di Camerino, gli studenti dell’università (che costituisce una parte molto importante per l’economia della città), gli operatori che prestano servizio al campo (forze dell’ordine, soccorritori).
La cucina è il cuore pulsante attorno al quale sono organizzate le altre attività. È previsto un servizio di assistenza sanitaria attraverso l’ambulanza sempre presente al campo; viene garantita la pulizia dei servizi igienici, il riordino e la pulizia della mensa e del perimetro tende. Un altro servizio, importante e a volte emotivamente intenso, è l’assistenza agli “abitanti” del palazzetto.
Le persone ospitate, nella maggior parte dei casi, hanno perso la loro casa o non ci possono accedere, oppure hanno paura di tornarci a dormire per le continue scosse che ancora si avvertono. È naturale avere il bisogno di raccontare, di condividere con qualcuno questo vissuto, e noi siamo lì anche per ascoltare e portare conforto. A volte basta poco: un po’ del nostro tempo, un momento di condivisione, un sorriso, un saluto. Qualcuno dei volontari presenti al campo ha cercato anche di andare oltre ed ha organizzato momenti conviviali, una tombolata, un torneo di briscola, tutte iniziative molto apprezzate dagli ospiti. L’obiettivo è comunque quello di riportare poco a poco tutto quanto alla normalità riconducendo ove possibile le persone alle loro case o verso i prefabbricati che verranno a breve predisposti. Qualcuno trova in quel contesto la compagnia che magari a casa propria non aveva, l’occasione di chiacchierare e passare meglio le proprie giornate; alcune persone non sono completamente autosufficienti e hanno bisogno di assistenza.
Il campo fa da riferimento per la manutenzione di alcune tende installate sul territorio, a volte anche in luoghi lontani e non sempre facilmente accessibili come Norcia e le sue frazioni: giornalmente, si percorrono anche più di trecento chilometri per raggiungerli. Andando sul territorio ci si rende conto più da vicino di cosa sia successo e della distruzione che il terremoto ha causato.
Durante il “giro tende” si verifica il gonfiaggio delle strutture e si fa tutto il possibile peri soddisfare le esigenze particolari che si presentano. Anche qui, come al campo base, si cerca di dare un momento di attenzione e supporto alla popolazione.
Tutte queste attività ci portano a contatto con la sofferenza e talvolta bisogna “difenderci”. Come una spugna che ogni tanto deve essere strizzata, anche noi abbiamo bisogno di scaricare, di condividere ciò che abbiamo visto e vissuto. Diventa allora molto importante riuscire a confrontarci tra volontari, con l’aiuto della squadra di soccorso psicologico. Il personale del servizio emergenza psicosociale interviene infatti nelle grandi emergenze oltre che a supporto della popolazione colpita, anche a sostegno del personale CRI impegnato nei soccorsi.
Ruolo importantissimo ha la segreteria, attraverso cui passa tutta la parte organizzativa del campo: dalla turnistica dei volontari, agli ordini, gli acquisti, il conteggio dei pasti, i contatti con la Sala Operativa Nazionale, che attiva i volontari da tutta Italia. La macchina da gestire è complessa e richiede la conoscenza di ognuno di questi aspetti.
Durante questi giorni abbiamo raccolto tante storie: alcune le abbiamo raccontate attraverso il sito internet del gruppo dove potete approfondire i singoli aspetti della nostra esperienza.
Il rientro a casa è stato particolare, è come tornare in un mondo che non si riconosce più, come se le priorità fossero cambiate. Il pensiero corre spesso alla settimana passata a Camerino e sono rimasti impressi i volti e le voci delle persone conosciute: tutto questo sarà sicuramente un qualcosa che non si dimenticherà mai. (ab)
Dal blog
Durante la permanenza nel campo di Camerino, i nostri volontari hanno avuto modo di ascoltare molti racconti, dalla voce dei cittadini che animano quella piccola comunità. Li abbiamo pubblicati sul nostro blog.