L’incontro col Sindaco
Venerdì 25, giornata uggiosa, il tempo sembra indicarci la fine di un periodo.
Nel pomeriggio turno in ambulanza, siamo in pronta partenza. Alle 14.30 mi chiama il Capo Campo per dirmi che il Sindaco ha organizzato un incontro con la popolazione per informarli dell’evoluzione della situazione e raccogliere le esigenze della gente. Lo faranno nella palestra a 500 metri da noi; si prevede molta gente, potrebbero esserci anche dei momenti di tensione, è meglio se andiamo lì con l’ambulanza per ogni evenienza.
Siamo in due sul mezzo più altri quattro di supporto. Parcheggiamo, scarichiamo zaino, ossigeno, DAE, e telo portaferiti. Dentro, la palestra è stracolma, ci saranno almeno 400 persone, mi guardo in giro e mi accorgo che non c’è nemmeno un Vigile del Fuoco. Cerco la responsabile e glielo faccio notare: ci sono troppe persone, se succede qualcosa ci vuole qualcuno che gestisca la sicurezza. “Può attivarli?” Mi chiede quanti ne servono, rispondo di aver contato sei porte di sicurezza quindi almeno sei. La tipa è tosta, fa qualche telefonata e da lì a 5 minuti arrivano in sei. Ora siamo più tranquilli.
Parla il Sindaco, noi siamo li per garantire la copertura sanitaria, ma ovviamente ascoltiamo. Dice che l’amministrazione è attiva, che ci sono un sacco di cose da fare, e che per farle bisogna però rispettare le regole, i protocolli, gli iter burocratici. Mi aspetto una reazione dei presenti ma non avviene: forse hanno capito che può agire solo in questo modo.
Sono state individuate le aree dove costruire le strutture abitative provvisorie; ora serve però l’approvazione di non so quale commissione. Posizioneranno casette in legno e container; per questi ultimi sono previsti 1.000 posti letto: 500 per la popolazione e 500 per gli studenti. Sì, ci sono anche loro, gli studenti: qui l’università è uno dei motori trainanti dell’economia locale, è la più vecchia università d’Europa e non bisogna assolutamente perdere l’anno. Gli studenti affittano appartamenti, vanno nei negozi, al bar e in pizzeria. Nessuna obiezione. Per i container serve un mese, per le casette 6 o 7. Oltre all’università è prioritario far ripartire le attività commerciali e artigianali: le prime unità abitative saranno per loro e per le famiglie con figli in età scolare. Non ho sentito parlare degli anziani.
In questi giorni è ripartita la scuola, si temeva un’emorragia di studenti ma per fortuna non c’è stata. Scatta l’applauso.
La parola passa ai presenti, le domande sono tante. Quando si aprirà quella strada? Quando saranno pronte le unità abitative per i contadini? Lo sapete che il prezzo degli affitti è aumentato?
La richiesta più pressante riguarda le visite per le verifiche statiche degli edifici, per il rilascio dell’abitabilità: ce ne sono da controllare un sacco, si va troppo lenti, il numero delle squadre che fanno questi controlli vanno aumentate.
Ho dietro di me un parroco, che mi sembra incalzare i suoi concittadini. Sorridendo gli dico: “non me li agiti troppo”. Altrettanto sorridente ma deciso mi risponde: “No, no, mi accerto solo che controllino l’operato dei loro amministratori!”.
L’assemblea finisce in un clima tutto sommato sereno, l’impressione è che la gente voglia ripartire e voglia farlo al più presto.
Rientriamo. Domani si parte, nel campo si respira un’aria un po’ triste. Qualcuno ha già dato la disponibilità per un’altro turno. (nm)